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Lettera del Console Onorario della Repubblica di Armenia Kuciukian






Siamo lieti di pubblicare la lettera inviataci personalmente dal Console Onorario della Repubblica di Armenia in Italia dott. Pietro Kuciukian a proposito delle parole del prof. Umberto Galimberti circa l'istruzione degli Armeni (Sulla non cultura degli Armeni: un'improvvida "relata refero" del prof. Galimberti). Con la presente lettera il Console rispondeva ad una precedente da me inviatagli lo stesso giorno 31 gennaio 2020. Per completezza di informazione pubblicherò sotto quella del Console dott. Pietro Kuciukian anche la mia risposta al suo gentile messaggio.

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Uno dei volumi più noti del dott. Kuciukian


Professor Carlo Coppola,
grazie per la Sua lettera che giunge a chiarire il quadro problematico creatosi non certo per volontà consapevole del professor Galimberti, amico carissimo di lunga data  o mia.
Frequentemente, nei nostri incontri mattutini da circa quarant’anni ci confrontiamo sui problemi del quadro complesso che questa nostra società ci propone a livello globale.
Negli ultimi tempi, in particolare, il tema della decadenza culturale ha animato molti dei nostri confronti e una considerazione più precisa è nata tra noi sul ruolo che la cultura, (la vera cultura che diventa conoscenza e consapevolezza in chi elabora seriamente i materiali del sapere) ha per assicurare la verità storica degli eventi tragici del passato e del presente. In particolare il lavoro culturale relativo ai genocidi è una via maestra per giungere alla verità storica, al riconoscimento pubblico e all’impegno di prevenzione.
Non amplifichiamo quindi le parole dell’amico Galimberti che nella foga di difesa della cultura ha  utilizzato le tragedie del passato in una operazione di confronto che non aveva certo l’intenzione di creare graduatorie .
Tanto Le dovevo e ancora riconoscente per il chiarimento, Le invio i sensi della mia stima e del mio apprezzamento per le energie che  sempre Lei profonde nel sostegno alla causa armena.

Suo
Pietro Kuciukian
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Alla. c.a.
del Console Onorario della Repubblica di Armenia 
dott. Pietro Kuciukian


Հարգելի պարոն հյուպատոս,
La ringrazio della telefonata odierna. Sono molto lieto di aver appreso dalla sua viva voce che la questione sia stata, innanzitutto, il frutto di un equivoco. Tutti conosciamo i meriti del prof. Umberto Galimberti, non solo in quanto autore dell’introduzione al Suo volume “Le terre di Nairi” - che, pubblicato da Guerini, è, come tutti i Suoi testi, per noi del Centro Studi “Hrand Nazariantz” un caposaldo della conoscenza ideale dell’Armenia. Ricordo, inoltre, con grande ammirazione l’articolo del professore, a doppia colonna, su Repubblica a proposito del Genocidio Armeno, di cui egli stesso si pose in prima linea per il Riconoscimento. Immagini Ella, dunque, la mia personale meraviglia e il conseguente sgomento all’ascolto di quelle parole.
Proprio per la sodalità intercorsa tra la Sua persona e quella del noto studioso, e sapendo, indubitabilmente, quanto Ella tiene al nostro amato popolo, non avevo affatto immaginato - a dire il vero - che il Console citato, seppur indirettamente potesse essere Lei. Oggi in Italia abbiamo, infatti, tre consoli di cui due onorari e un buon diplomatico del Ministero degli Esteri della nostra Repubblica che espleta compitamente le funzioni di Console. Ho avuto, infatti, modo di apprezzare sin dalla visita a Bari - settembre 2018 - le doti di accuratezza e solerzia del dott. Aivazyan con il quale è intercorso, tra l’altro, un rapporto di sincera stima. Per tutte queste ragioni mi ero realisticamente figurato che il Console, latore, fosse da identificarsi in qualcuno venuto con incarico temporaneo in un “non meglio riscontrabile passato”.
Per me, inoltre, sentir raffrontare il Genocidio Armeno e quello del Popolo Ebraico, facendo dei distinguo, è sempre di grande dolore. Due infinite tragedie dell’Umanità: il Popolo Ebraico è il popolo eletto da Dio a cui sono, personalmente, grato per l’accoglienza e le cure che vengono fornite a mio suocero ex ufficiale dell’esercito armeno, oggi cittadino israeliano. Il popolo armeno è quello eletto, assai immodestamente, da me, al quale ho scelto di appartenere, e a cui dedico da un paio di decenni ogni mia azione e intenzione, giammai per mio merito ma per la Gloria di Dio e della Hayastan. 
Orbene, בָּרוּךְ הַשֵׁם, ogni cosa si è chiarita in modo ampio e lapalissiano. Sono, tuttavia, grato a questa occasione così estemporanea che mi ha dato la possibilità di risentirLa dopo diversi mesi dal nostro ultimo contatto e a circa un anno dal nostro ultimo incontro tenutosi a Roma il 13 dicembre 2018 in occasione del Convegno “La memoria del genocidio armeno del 1915 e la prevenzione dei genocidi”.
La prego di considerarmi a Sua completa disposizione per qualsivoglia iniziativa od evento e mi auguro che Ella vorrà sempre considerare di avere in Puglia, amici che la stimano e, in particolare modo in me,  affezionato cittadino della Repubblica d'Armenia servitor di Principii giammai di principi. 

La saluto 
Carlo Coppola

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