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"O bianco fiore" primo inno della Democrazia Cristiana di don Dario Flori




Scritto ai primi nel 1906 da don Dario Flori, noto con lo pseudonimo di Sbarra sacerdote attivo sostenitore dell'azione sindacale dei cattolici in Toscana questo canto inizialmente era stato adottato da don Luigi Sturzo come inno del Partito Popolare.
La versione definitiva può considerarsi quella pubblicata da “La Chitarra”, nel secondo trimestre del 1919 [a. VIII (1919), n. 4-5-6] accompagnata da un articolo dello stesso don Flori. Don Fiori era nato il 6 agosto 1869 a Quarrata (Pistoia) e morì a Firenze il 16 aprile 1933 giorno di Pasqua.
Altri attribuiscono a don Amilcare Berzieri, sacerdote sospeso a divinis, la paternità dell'inno. 
"O bianco fiore" divenne in seguito il primo inno ufficiale della Democrazia Cristiana.
Questo è il testo apparso nell'edizione del 1919:



Udimmo una voce: corremmo all'appello,
il segno di Croce sta sul mio fratello !
nel segno struggente, di mille bandiere
vittoria alle schiere, di fiamme e 
d’ardor.


Rit: O bianco fiore

simbol d’amore,
con te la gloria
della vittoria.
O bianco fiore
simbol d’amore
con te la pace
che sospira il cor.

Dai campi bagnati del nostro sudore
veniamo crociati di Cristo nel cuore.
Veniamo e cantiamo la nostra canzone:
noi siamo legione, corriamo e vinciam.

(Rit.)

Venite su alfine alla nostra bandiera.

Dall’arse officine dall’ardua miniera
Venite e cantiamo la nostra canzone:
noi siamo legione, corriamo e vinciam.

(Rit.)

La nostra falange di pace è foriera:

chi soffre, chi piange, chi crede, chi spera.
Venite e cantiamo la nostra canzone:
noi siamo legione, corriamo e vinciam.

(Rit.)

Chi adopra l’ingegno, chi all’opre attende

sia saldo all’impegno che uniti ci rende.
Lottiamo per la fede, lottiamo per il pane:
il popol dimane redento sarà.

(Rit.)

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