La Scuola di Bernini in una grande mostra a Jerevan
Una grande mostra sul barocco romano, tratta dal santuario deputato alla Sua conservazione è, solo in ordine di tempo, l'ultimo prestigioso evento culturale ideato dal saggio ambasciatore Italiano a Jerevan, S.E. il dott. Vincenzo Del Monaco.
L'ambasciatore Del Monaco non solo sa come promuovere il "sistema paese", come dovrebbero fare tutti i diplomatici e i portatori sani di cultura, ma si spinge nel difficile compito di provare a svecchiare i modelli culturali italiani recepiti all'estero.
Ha iniziato a farlo subito dopo il suo insediamento con grande efficacia.
Già a meno di due mesi dall'inizio del suo mandato era riuscito a portare a Jerevan il Sudestival, importante rassegna cinematografica del cinema italiano realizzata in Puglia dal prof. Michele Suma.
Già a meno di due mesi dall'inizio del suo mandato era riuscito a portare a Jerevan il Sudestival, importante rassegna cinematografica del cinema italiano realizzata in Puglia dal prof. Michele Suma.
I risultati più eclatanti sembravano essere stati raggiunti durante l'estate 2018. Infatti, in occasione della visita di stato del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella a Jerevan, l'ambasciatore Del Monaco ha ottenuto, in concorso svariati portatori di interesse - tra cui il Ministero della Cultura della Repubblica di Armenia e il Ministero dei Beni Culturali della Repubblica Italiana - l'apertura del Centro Regionale per la valorizzazione del Patrimonio Culturale italo-armeno. Nella medesima occasione aveva portato a termine un accordo di cooperazione italo-armeno sulla ricerca scientifica.
Con la volontà strenua di personalità come l'ambasciatore Del Monaco, l'Italia può smettere, così, di essere solo Pizza e Mandolino, solo Albano, Celentano, Ricchi e Poveri o Toto Cutugno, e di essere recepita solo secondo gli stereotipi nazional popolari.
I modelli culturali che si vanno invece a proporre sono ancora più forti nelle innovazioni delle arti visive, nel cinema indipendente, nell'arte contemporanea. Si da massiccio spazio alle istallazioni, alle mostre fotografiche e le arti performative che sono state recentemente protagoniste della Settimana della Lingua e Cultura Italiana a Jerevan.
Il trionfo di linguaggi innovativi, dunque, può venire solo grazie all'interessamento di chi non si occupi di cultura come merce. Prima, infatti, di proporre agli altri il diletto e la riflessione, bene si coglie come l'Ambasciatore Del Monaco abbia competenze specifiche non solo di esperto diplomatico ma anche di raffinato amante del Bello.
I modelli culturali che si vanno invece a proporre sono ancora più forti nelle innovazioni delle arti visive, nel cinema indipendente, nell'arte contemporanea. Si da massiccio spazio alle istallazioni, alle mostre fotografiche e le arti performative che sono state recentemente protagoniste della Settimana della Lingua e Cultura Italiana a Jerevan.
Il trionfo di linguaggi innovativi, dunque, può venire solo grazie all'interessamento di chi non si occupi di cultura come merce. Prima, infatti, di proporre agli altri il diletto e la riflessione, bene si coglie come l'Ambasciatore Del Monaco abbia competenze specifiche non solo di esperto diplomatico ma anche di raffinato amante del Bello.
È, infatti, in questa doppia veste che Sua Eccellenza Del Monaco ospiterà nella prestigiosa cornice della National Gallery of Armenia/ Հայաստանի ազգային պատկերասրահ 55 capolavori provenienti dal Palazzo Chigi di Ariccia, tempio del Barocco Pittorico.
Certo mancano i Luca Giordano, Francesco Guarini, o Massimo Stanzione, i Solimena, napoletani - che il nostro cuore ama per antico sodalizio ecfrastico - ma alla collezione non sfuggono Gian Lorenzo Bernini (Principe del Barocco) o il Cavalier d’Arpino, Mattia Preti, Carlo Maratta, Salvator Rosa, Pietro da Cortona, Giovan Battista Gaulli “Il Baciccio”, Andrea Pozzo. Molte di queste opere provengono dalla collezione donata al Palazzo Chigi di Ariccia dal grande critico d'arte Maurizio Fagiolo dell'Arco. Siamo certi che tra qualche anno questa mostra e gli eventi collaterali che la costituiscono saranno studiati sui libri di critica d'arte, come importante evento di diffusione della cultura italiana attraverso l'esperienza artistica, forma di neo-mecenatismo.
Certo mancano i Luca Giordano, Francesco Guarini, o Massimo Stanzione, i Solimena, napoletani - che il nostro cuore ama per antico sodalizio ecfrastico - ma alla collezione non sfuggono Gian Lorenzo Bernini (Principe del Barocco) o il Cavalier d’Arpino, Mattia Preti, Carlo Maratta, Salvator Rosa, Pietro da Cortona, Giovan Battista Gaulli “Il Baciccio”, Andrea Pozzo. Molte di queste opere provengono dalla collezione donata al Palazzo Chigi di Ariccia dal grande critico d'arte Maurizio Fagiolo dell'Arco. Siamo certi che tra qualche anno questa mostra e gli eventi collaterali che la costituiscono saranno studiati sui libri di critica d'arte, come importante evento di diffusione della cultura italiana attraverso l'esperienza artistica, forma di neo-mecenatismo.
La mostra «Բեռնինիի դպրոց. Հռոմեական բարոկկո» (La scuola del Bernini. Il Barocco Romano) sarà aperta a Jerevan dal 6 dicembre 2018 al 18 febbraio 2019 e sarà introdotta da una lezione il 4 dicembre alle ore 15,00 tenuta dal prof. Francesco Petrucci, curatore della mostra, dal titolo «Բեռնինի՝ բարոկկո արվեստի բազմաշնորհ հանճար» (Bernini, genio poliedrico dell'Arte Barocca).
Commenti