Napoli non sta con gli Azeri: analisi di un fattaccio tra razzismo e fake news
Ne eravamo certi, le nostre fonti di informazione all'interno della città di Partenope non sbagliavano. Il Consiglio Comunale di Napoli non ha mai votato o approvato alcuna mozione che esprimesse solidarietà con il popolo azero, giammai contro gli Armeni.
Finalmente dopo oltre 10 giorni di illazioni, dicerie e caterve di azioni di palese razzismo contro la città di Napoli e contro il Mezzogiorno, la vicenda ha svelato le sue verità.
Noi meridionali, eredi di un regno floridissimo e all'avanguardia, noi discendenti di Pitagora e Parmenide, di Iacopo Sannazzaro, Giordano Bruno, Giambattista della Porta, Vico, Giannone e Benedetto Croce siamo stati definiti ancora una volta mafiosi e corrotti.
Gli Azeri - non privati cittadini bensì l'ambasciata di tale repubblica - avevano palesemente inventato tutto, mistificando e distorcendo il contenuto stesso di una mozione votata all'unanimità dal Consiglio Comunale di Napoli che non appoggiava affatto l'Azerbaijan ma esattamente, per contro, si poneva idealmente a tutela degli Armeni dell'Artsakh / Nagorno Karabakh.
La città di Napoli ha una storia di presenza armena antichissima, legata a documenti pergamenacei e lapidei di epoca bizantina e longobarda che ne attestano gli insediamenti. A Napoli vi sono le reliquie di San Gregorio l'Illuminatore, San Ciro di Edessa ed anche santa Patrizia, compatrona della città, il cui sangue si scioglie come quello di san Gennaro, monaca basiliana di stirpe imperiale proveniente da Costantinopoli, legata con ogni probabilità dall'aristocrazia armena. A Napoli parla armeno anche un antico calendario lapideo, conservato in curia su cui sono presenti i nomi delle due sante principali della cosmogonia cristiana armena d'Armenia, Gayanè e Hripsimè, primo in Europa. A Napoli hanno soggiornato scrittori come Vittoria Aganoor, Shahan Natalie pittori come Gregorio Sciltian e la stessa città diede i natali agli ultimi principi della casata armena dei Bagratidi.
Nel capoluogo campano ancora di recente sono venuti in visita l'ex Presidente della Repubblica Serzh Sargsyan e il Presidente del Parlamento Ararat Mirzoyan, e sono stati accolti con onori e dignità dal Sindaco e dal Prefetto.
Orbene, per chi volesse può visionare il testo della mozione e inviare la propria solidarietà al Consiglio Comunale di Napoli ingiustamente segnalato al pubblico ludibrio per questa vicenda, può farlo attraverso il link alla mozione: https://www.comune.napoli.it/flex/files/1/7/2/D.7192d658d34ca1576972/Ordine_del_giorno_su_Nagorno_Karabakh.pdf.
Ma come è stato possibile tutto questo? Si tratta, come abbiamo più volte segnalato, di una gravissima ingerenza da parte dell'Ambasciata della Repubblica dell'Azerbaijan in Italia, che questa volta si è superata in astuzia approfittando dell'irreperibilità delle istituzioni italiane durante le feste natalizie e che per questo andrebbe richiamata dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale della Repubblica Italiana, almeno alla correttezza istituzionale, in assenza di quella morale. Giocare sui tempi delle bugie e sulla lunghezza delle loro gambe ("Le bugie hanno le gambe lunghe" è solo un dramma di Eduardo De Filippo) è una prerogativa di certe autorità azere. Inoltre, dopo che la destra filo-leghista aveva promosso nel Consiglio Comunale di Milano e in altre città settentrionali il riconoscimento dell'Artsakh, gli azeri dovevano necessariamente porre il dovuto scompiglio al sud, per la tattica degli opposti, per porre zizzanie. Essi conoscono bene il tessuto connettivo italiano e le tendenze politiche oltranziste di certi Armeni settentrionali. Dunque, quale occasione migliore per costoro che accendere il fuoco di paglia degli antichi rancori tra Milano da bere e Napoli letta ancora come cialtrona e fanfarona? Un Certo nord ama denigrare denigrare Napoli e i napoletani e, per estensione e accrescimento, tutto il Mezzogiorno, accusato di essere mafioso e voler lavare denari, di chi non si sa. Non sembrava vero ad alcuni - pochissimi a dire il vero - bauscia-hayer di poter mettere il Mezzogiorno alla berlina indicandolo come pro azero e corrotto, agli occhi del mondo. Il Sud sa mangiare pane e cipolla, o anche la cipolla senza pane, con grande dignità ma non si prostituisce e non tradisce i propri amici da millenni.
Purtroppo questo piatto è stato servito su una tavola già ben apparecchiata da settembre 2018, ma come si suol dire il tempo è sempre galantuomo.
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