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Silva Kaputikyan: Una poetessa in rivolta per la Libertà



Lo scorso 20 gennaio si sono festeggiati in Armenia i 100 anni dalla nascita della poetessa e scrittrice e critico Sylva Kaputikyan, proprio mentre si preparava il processo contro il suo più acerrimo avversario il Secondo Presidente della Repubblica di Armenia. 

Negli ultimi anni di vita della poetessa armena morta ottuagenaria nel 2004, ella si era scagliata contro il malaffare nelle sue varie forme, contro le forme di nepotismo, ma sopratutto contro la crudeltà e l'incompetenza che, a suo dire, imperversava nella nazione nel silenzio generale, tra il plauso dei servi, le piaggerie dei lecchini, l'arroganza del potere. Questo mix rendeva schiavo, e servo di un fantomatico straniero, il glorioso popolo armeno dell'88, quello che si era saputo rialzare dal Terremoto di Spitak e che pochi anni dopo aveva ottenuto l'indipendenza dall'Unione Sovietica e scacciato i nemici oltre l'Artsakh.
Parlare di Silva Kaputikyan fino a pochi mesi fa non era conveniente e non andava di moda per tante ragioni, lo scorso gennaio il Varchapet Nikol Pashinyan l'ha riconosciuta politicamente e culturalmente come figura centrale del firmamento culturale armeno della Rivoluzione di Velluto. 
I motivi della sua sfortuna dalla sua morte a quest'anno sono stati diversi. Prima di tutto perchè nelle istituzioni armene c'erano tanti funzionari e sottoposti che imperversavano con la loro presenza sin dai tempi del secondo presidente - e che spesso sono ancora oggi al loro posto pur avendo giurato fedeltà lo scorso anno "ai signori del cambiamento" e facendo essi stessi parte di tale presunto cambiamento. 
Inoltre gli Armeni non perdonavano alla Kaputikyan di essere donna di forte personalità, di avere un genio poetico individuale, e attribuivano la sua bravura all'intelligenza e sensibilità poetica del marito Hovhannes Shiraz
La prima volta che ci siamo recati ad omaggiare la sua tomba nel Komitas Pantheon due anni fa, sul grande viale Arshakunyats - nei pressi del Centro Commerciale Yerevan Mall e poco distante dal mercato di Petak - essa era vuota, non un fiore e nessuno si fermava, anche il custode non fu molto gentile alla mia richiesta di dove fosse la sua tomba. Il clima era freddo intorno a questa poetessa e critico letterario che intendiamo far conoscere al nostro lettore.
Per ricordarla abbiamo scelto di tradurre una sua poesia civile. 
Si tratta di una lettera aperta a coloro che hanno saccheggiato l'Armenia, dal titolo "ԱՊՍՏԱՄԲՈՒԹՅՈՒՆ"(APSTAMBUTYUN), "RIVOLTA".
La traduzione di questo testo dalla difficile resa poetica in lingua italiana è stata realizzata mirabilmente dal prof. Grigor Ghazaryan che, come sempre, ha collaborato con noi a titolo gratuito e amicale nella indefessa opera di diffusione della cultura armena nel mondo.






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