San Mercuriale Vescovo e Patrono di Forlì era Armeno: la parola agli scienziati
Per molti forlivesi si tratta di una scoperta assoluta per tanti altri una conferma ad una tradizione orale antica di secoli. Il santo patrono della città di Forlì, San Mercuriale - il vescovo che portava al guinzaglio il drago - secondo le analisi effettuate sui campioni ossei ritrovati e sottoposti ad indagine è armeno.
A farne pervenire la conferma appena giunti i risultati è stata la dott.ssa Tiziana Rambelli che insieme a dott. Luca Saragnoni rappresenta il gruppo Ausl Romagna Cultura. Le prime notizie erano circolate in seguito alla ricognizione canonica e scientifica del 19 settembre 2018.
Varie le istituzioni nella ricognizione: l'antropologo Mirko Traversari, responsabile del progetto, il gruppo Ausl Romagna Cultura sopra citato, la Diocesi di Forlì-Bertinoro, con il contributo del Lions Club Forlì-Cesena Terre di Romagna.
Le analisi hanno accertato che San Mercuriale, vissuto tra il II e il III secolo d.C, morì fra i 40 e i 50 anni di età, era circa alto 1,60 m e soffriva di osteoporosi.
Dopo gli studi preliminari i dati rilevati sono stati anche confrontati con quelli descritti della tradizione. Tra questi si è prestata particolare cura sul tema della provenienza etnica e geografica. Infatti, i primi elementi narrativi risalenti al IX secolo furono elaborati in forma più ampia solo cinque secoli dopo quando un cronachista del XV secolo Leone Cobelli, nato a Forlì intorno al 1425, nelle sue "Cronache Forlivesi" composte intorno al 1498 affermava che Mercuriale provenisse dalla nativa Armenia, “[…] il beato Mercuriale se partì dalle parti d’Armenia […]”, e solo in seguito ad un pellegrinaggio a Gerusalemme e Roma, giunse a Forlì.
Qualche secolo più tardi il bibliotecario e filologo Giuseppe Mazzatinti, nativo di Gubbio ma vissuto a Forlì a fine Ottocento, nella sua opera erudita dal titolo "Annales Forolivienses" afferma altro:
Anno Cristi CCCCXXII. Gloriosus Mercurialis sanctus et episcopus civitatis Forlivij, natione Albanie, ad ipsam civitatem applicuit, ob cuius santimoniam bonitatem et virtutes ad apicem dignitatis eius episcopatus primus ascendere promeruit.
Qui due problemi uno della datazione troppo tarda rispetto a quella cui le reliquie fanno riferimento e il dato della provenienza, dall'Albania, anziché dall'Armenia. Cosa possa significare quel "natione Albanie", potrebbe essere oggetto di discussione dei latinisti, indicando non l'origine bensì la provenienza del Santo.
Si è quindi passati all'analisi isotopica atta ad identificare le regioni in cui il soggetto è vissuto.
In particolare nella dichiarazione ufficiale il dott. Trevisari così conclude:
Dallo studio isotopico a cui sono state sottoposte le reliquie si deduce che San Mercuriale non sia cresciuto e vissuto nello stesso luogo in età infantile ed in età adulta. Probabilmente proveniva da una località posta in una zona mediamente più calda rispetto alla città in cui egli ha trascorso gli ultimi anni dalla sua vita, Forlì. I valori tendono infatti a diminuire con l’aumentare dell’età: questo indica uno spostamento del Santo in età giovanile verso un luogo con valori isotopici meno radiogenici rispetto al luogo in cui è nato; grazie ad un ulteriore approfondimento è stato inoltre possibile escludere alcune regioni europee, poste a latitudini incompatibili con i risultati ottenuti (la Spagna ad esempio, che mostrava una certa compatibilità con alcuni indici isotopici). Un’ulteriore inferenza è stata possibile grazie all’incrocio di questi risultati con il cosiddetto indice cefalico, che grazie ad un calcolo matematico serve ad esprimere in termini statistici, la conformazione del cranio. La stessa conformazione del volto, metricamente studiato grazie a standard antropologici internazionali, ha fornito ulteriori indizi. Incrociando quindi i risultati dedotti dall’analisi degli isotopi stabili, con i caratteri e gli indici antropometrici che caratterizzano il cranio e il volto del Santo, è stato possibile orientare lo sguardo, con una ragionevole certezza, verso una direzione piuttosto chiara. Va comunque detto che attualmente nessuna indagine laboratoristica può fornire una certezza assoluta circa la provenienza da un dato territorio e che gli indici più sopra ricordati non possono certo essere assunti a marcatori etnici, quanto piuttosto indicatori di un areale geografico ampio che può abbracciare popolazioni e paesi diversi. L’incrocio di queste numerose analisi – conclude – allo stato attuale sembrano essere concordi nel farci guardare ad est, verso il continente asiatico, proprio verso l’Armenia.
San Mercuriale in un dipinto di Pittore romagnolo del XVIII sec. forse Pietro Santarelli. |
Questa notizia dell'identificazione armena di un altro santo venerato in Italia si conclude l'anno 2019 del nostro sito Centro Studi "Hrand Nazariantz".
Siamo certi che ancora tante saranno le notizie e le curiosità di interesse congiunto italiane e armene. Diamo appuntamento ai nostri lettori nel 2020. Auguriamo a tutti Buona Fine d'Anno e Shnorhavor nor Tari (Auguri per il nuovo anno).
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