Una biografia dello scrittore Eghia Demirgibashian (Եղիա Տէմիրճիպաշեան)
Eghia Demirgibashian: il suo nome viene trascritto in moltissimi modi diversi. Ad esempio Elia, Yeghia, Eghia. Ancora più problemi ci sono per il suo cognome Temirjipashian, Demirjipashian, Demircibashian, Demirgibascian...
Nacque a Costantinopoli nel distretto di Khasgyugh di Costantinopoli e ricevette primaria presso la scuola di Johannes Patveli, poi presso una delle migliori scuola dell'epoca, il Nersisyan College di Khasgyugh, studiando con Tovmas Terzyan e Matatia Karakashian, dai quali ricevette ottime conoscenze della lingua armena classica il Grabar (Krapar).
Tra i suoi compagni di classe vi furono Minas Cheraz a scuola e Reteos Berberian.
Nel 1866 si trasferì a Khasgyugh, nel nuovo Shahnazaryan College. Oltre a studiare qui, era assistente dell'insegnante nelle classi prime.
Nel 1870 Demirgibashian diventò membro del Comitato editoriale della Sublime Porta, dove leggeva tutta la stampa che vi veniva ricevuta, poi assunse la carica di Segretario dell'Assemblea Amministrativa del Ministero dei Lavori Pubblici, da cui, però, presto si dimise.
Nel 1874 si innamorò di una giovane donna ma costei decise di sposare un ricco funzionario, ed Eghia, disperato e sensibilissimo, decise disperatamente di suicidarsi gettandosi in mare. Tuttavia, non resiste al freddo dell'acqua e alle alghe. Nello stesso anno si recò in Francia per studiare al Collegio di Commercio di Marsiglia, e collaborò alla pubblicazione del pubblicò invece diversi numeri del settimanale "Le Littaeraire et Financier de Marseille" con l'obiettivo di far conoscere la questione armena e gli armeni in Occidente. Durante questo periodo studiò in dettaglio le opere dei filosofi positivisti, in particolare l'opera di Émile Littré. Qui conobbe anche alcuni famosi personaggi francesi, incontrando di persona anche Victor Hugo.
Nel 1876 ritornò a Costantinopoli dove inizialmente ricoprì la carica di membro del dipartimento di traduzioni del Ministero della Pubblica Istruzione. La sua attività pubblicistica si interruppe, però, a causa di violenti giudizi della critica e non trovò riviste su cui pubblicare i suoi scritti. Non trovando posto nella stampa, iniziò a pubblicare opuscoli autoprodotti. Il primo fu "La tomba" (1879).
Nel 1880 fu invitato a collaborare alla rivista "Masis".
In quegli anni le sue condizioni psicofisiche risultarono terribili, sopravviva con gli scarsi mezzi che riceveva dai giornali. La sua condizione migliorò in una certa misura quando ricevette incarico per alcune lezioni, e fu nominato ispettore nelle scuole di Pera e docente di filosofia nella scuola armena.
Nel 1882 fu invitato a collaborare in tutte le riviste annuali.
Dal gennaio 1883 al 1889 pubblicò la rivista "Movimento Letterario-Filosofico". Curava tutti gli aspetti della rivista compresa la correzione, ad eccezione delle sue stesse traduzioni.
Nel 1884 su suggerimento di Grigor Zohrab, gli fu consegnata la rivista letterario-scientifica "Terra", organo della Società asiatica. Su questa rivista è pubblicata la maggior parte dei suoi scritti sono pubblicati anche qui.
Tra il 1886-1887 per diversi mesi Demirgibashian curò la rivista "Economist" della Archelian Economic Union,
Nel 1889 pubblica la rivista "Dar" (un numero).
Non fu solo editore e autore, ma anche fornitore, facchino, diffusore. Durante quel periodo Eghia Demirgibashian lavorò a un dizionario francese-armeno, che fu pubblicato più volte (1886, 1894, 1896, 1930).
Il 31 luglio 1890 perse la madre e rimasto solo. Aveva perso suo padre anni prima. Fino al 1893 Demirgibashian continuò a insegnare: Filosofia, Storia della filosofia, Filosofia della storia, Storia delle antiche e nuove letterature, Pedagogia, Estetica, Psicologia.
Il 1893 fu per lui l'anno della definitiva crisi Smise di scrivere! A maggio, mese della sua nascita, compie un secondo tentativo di suicidio senza successo. Venne, infatti, salvato dal barcaiolo Peto, fratello di Suren Partyan. Nell'autunno del 1893, Eghia Demirgibashian si trasferì nella propria casa a Khasgyugh e riprese a scrivere, pubblicando soprattutto sulla rivista "Fiore".
Nel 1895 durante l'inverno a Pera conobbe l'ungherese Ellen Nissen, che divenne la sua compagna di vita. Dopo aver vissuto nella sua casa per due anni, decise di intraprendere un viaggio alla volta di Vienna.
Il viaggio non lo guarì come sperava dai suoi stati depressivi, ma in compenso il suo nome riprese a comparire sulla stampa a comparire sulla stampa. Il silenzio di quattro anni è rotto da "Il nostro Bosforo" pubblicato sulla rivista "Byuzantionum".
Nel 1901 la malattia peggiora e fu trasferito all'Ospedale Nazionale, dove rimane per circa un anno sempre accudito da Ellen Nissen.
Ancorato a letto Yeghia Temirchibashyan si suicidò il 19 luglio 1908, durante la breve assenza di Ellen Nissen. Ad occuparsi dei funerali di Demirgibashian fu Hrand Nazariantz. Egli riuscì ad ottenere la dispensa delle autorità ecclesiastiche armene per un funerale religioso per il suo amico, anche se questi era morto suicida. Hrand Nazariantz è presente anche nella fotografia dei funerali di Eghia Demirgibashian e lo vediamo in piedi accanto a Ellen Nissen, donna con il velo, nella sinistra della foto.
Dopo la sua morte Hrand Nazariantz raccolse le lettere composte da Eghia Demirgibashian in un volume Եղիա Տէմիրճիպաշեանի սիրային նամակները, 1886-1889: երկու ինքնատիպ լուսանկարներով եւ իր ձեռագիր մէկ նամակով, (trasl. Eghia Demirchibashyani sirayin namaknerě, 1886-1889: erku inkʿnatip lusankarnerov ew ir dzeṛagir mēk namakov), (trad. Lettere d'Amore 1886-1889: con una lettera manoscritta e due foto originali), Costantinopoli, Ter-Nersesean, 1910.
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