271 anni dalla morte di Mechitar di Sebaste: un ricordo
Oggi 27 aprile 2020 ricorre il 271° anniversario della trapasso dalla vita terrena a quella Celeste del Servo di Dio Mechitar di Sebaste (Մխիթար Սեբաստացի), fondatore della Congregazione Mechitarista che da lui prende il nome. Una Santa Messa è stata celebrata presso il Monastero di San Lazzaro degli Armeni da padre Hmazasp Kechichian.
Manugh questo il nome di nascita, nacque il 17 gennaio 1676 nella città di Sebastia, figlio di un ricco mercante Bedros e di sua moglie Shahristan. Sin dall'infanzia ricevette un'alta educazione e una profonda istruzione che lo avrebbero preparato negli anni ad affrontare le necessità della vita futura. I genitori però non accettavano la sua vocazione religiosa manifestata sin da piccolo e preferivano che egli continuasse l'attività familiare. Così in compagnia di un amico fuggì sulle montagne dove visse come eremita. Qui suoi genitori lo ritrovarono e lo riportarono a casa. Dopo aver appreso di questo episodio, l'abate del vicino monastero, Surb Nshan, offrì a Manuk di fare lavori pubblici nel monastero, ma questa richiesta fu nuovamente respinto dai suoi genitori.
Così egli figlio di scaltro mercante iniziò a fare visita ad una famiglia vicina nella cui casa vivevano in forma monastica una madre e le sue due figlie, ma anche un prete. Lo scopo della sua visita era di parlare con il prete che gli avrebbe insegnato molto sulla vita monastica.
All'età di quindici anni, Manugh finalmente ricevuto il permesso a lungo cercato dalla sua famigli, entrò nel monastero vicino, dove fu ordinato diacono. Fu a questo punto che cambiò il suo nome in quello da cui ora è conosciuto, Mechitar ovvero Il Consolatore.
Dopo l'ammissione alla vita monastica, Mechitar si rese conto che lo stile della vita monastica era non era quello che lui si aspettava dopo la devastante distruzione dei monasteri armeni nei secoli precedenti. Cominciò a cercare una fonte di reale progressione spirituale attraverso diversi studiosi religiosi itineranti che promettevano di insegnargli ciò che cercava se li avrebbe serviti. Durante questo periodo, entrò in contatto con membri degli ordini religiosi cattolici romani che erano attivi in Armenia. Conoscendo il cattolicesimo, arrivò a pensare che Roma sarebbe stata il posto migliore per fare gli studi teologici che aveva cercato a lungo. Alla fine, raggiunto Aleppo, si mise sotto la direzione spirituale di un Sacerdote gesuita, che gli diede una lettera di presentazione per la Congregazione Propaganda Fide. Decise di partire, ma ricevette molte battute d'arresto sia dalla salute che dal rifiuto di quei monaci e vescovi armeni lungo la strada che respingevano le dottrine occidentali. Alla fine fu costretto a tornare nella sua città natale, camminando a piedi nudi, sebbene malato. Riacquistando lentamente la sua salute, nel 1696 fu ordinato sacerdote dall'Abate del Monastero di Santa Croce.
Qui ricevette Ispirazioni di creare un ordine religioso di predicatori che si dedicassero a innalzare il livello educativo e spirituale del popolo armeno, basandosi sui modelli della Chiesa occidentale. Così Mechitar fondò nel 1701 a Costantinopoli ciò che sarebbe diventato noto dopo la sua morte come Ordine Mechitarista. Due anni dopo, sfuggendo ad una persecuzione da parte delle autorità ottomane, l'ordine si trasferì a Morea nel Peloponneso, allora possedimento veneziano. Nel 1715, l'ordine si trasferì nell'isola di San Lazzaro che da allora fu detta degli Armeni su invito della Repubblica Veneta. L'isola era stata utilizzata in precedenza come lazzaretto, Mechitar e i suoi confratelli vi effettuarono una bonifica e costruirono, ristrutturarono e rinsaldarono i ruderi della vecchia chiesa, costruirono il monastero e assimilarono la loro congregazione alla regola dell'Ora et Labora di San Benedetto da Norcia. Quindi la Congregazione iniziò ad espandersi inviando sacerdoti a servire le comunità armene in Medio Oriente.
Mechitar morì nel monastero il 27 aprile 1749 e fu sepolto nella chiesa del monastero. Attualmente è in corso il suo Processo di Beatificazione iniziato dal Card. Giuseppe Sarto, Patriarca di Venezia, alla fine del XIX sec.
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