Introduzione ad una intervista con Rima Demirchyan
Ieri pomeriggio abbiamo avuto l'onore di incontrare la signora Rima Demirchyan, moglie dello statista armeno Karen Demirchyan. L'incontro è avvenuto presso il Karen Demirchyan Museum, al civico n.7 di una strada dedicata, forse per caso, ad uno dei maggiori storici armeni di tutti i tempi Lazzaro di Parp.
Siamo stati dapprima ricevuti dalla signora Arusyak Ghambaryan, ricercatrice del museo, poi dal direttore Vahag Mamyan e dallo staff in modo assai cordiale. In particolare la signora Ghambaryan ci ha illustrato i tratti principali del museo, le fotografie e i pezzi esposti, mentre lottavamo per non dare troppo adito ad una esplicita commozione che ci attanagliava durante la visita. E nella stanza con la ricostruzione dello studio del Primo Segretario, oltre al busto bronzeo e a un ritratto dipinto del compagno Lenin, in una teca, le armi per le quali Karen Demirchyan aveva una personale idiosincrasia, quasi un presentimento che da quelle sarebbe arrivata la sua morte.
Era con noi a sostenerci e a tradurre la prof. Arevik Grigoryan.
Proprio mentre il pathos stava per prendere il sopravvento davanti agli oggetti personali dello statista e a quelli ricevuti in omaggio dalle grandi personalità del suo tempo - speciale pensiero va ad una scatola contenente pregiatissime statuine in avorio dono a Indira Gandhi, che gli fu sorella di battaglie politiche e nella tragica conclusione della vita terrena - si palesa a noi la signora Tamara Sirunyan Demirchyan ricercatrice del museo e nuora della signora Rima in quanto moglie del figlio Stepan.
Sin da subito ci siamo resi conto dell'elevato livello culturale, del garbo, del contegno quasi aristocratico, sebbene semplice e umano delle persone che avevamo di fronte. Attraversando il breve corridoio che dall'ingresso ci ha condotti nella piccola stanza in cui abbiamo effettivamente incontrato la signora Rima Demirchyan, avvertivamo su di noi e attorno a noi la presenza della Storia, incombente, come ci siamo tante volte immaginati un corridoio della Duma. Questo per noi si chiama contatto con la Storia, con la S maiuscola. Allo stesso modo di quando, anni fa, abbiamo incontrato a Bari, ormai anziano, il professor Nicola Damiani, Primo Sindaco democristiano della nostra città, e di quando abbiamo fatto visita ad Agnese Moro, figlia dello statista Aldo Moro, sentimenti di immanenza e quotidianità, si sono fusi insieme.
Il cuore non può non battere al cospetto della Storia. Eppure, le quasi due ore di intenso colloquio, prevalentemente su argomenti personali, momenti di vita quotidiana, valutazioni storiche, con tanti aneddoti di vita familiare, prima ancora che politici, ci ha restituito un senso di appagamento e di serenità, assieme alla convinzione profonda di trovarci al cospetto con la parte giusta della grande Storia d'Armenia.
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