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Centro Studi Hrand Nazariantz: come tutto ebbe inizio





Tutto ebbe inizio per noi, come gruppo, nel lontano 24 aprile 2009. Da allora, molti protagonisti si sono avvicendati: alcuni si sono allontanati, altri si sono aggiunti nel tempo. 
Quello fu un primo evento del primo gruppo "pro-Armenia" che si riuniva a Bari città. Il primo ad avere una struttura e una forma, seppure embrionale, dai tempi del poeta Hrand Nazariantz. Formalizzammo la nostra Associazione solo due anni dopo, la dedicammo proprio al Nazariantz con l'intento di comprenderne meglio lo Spirito di cosmopolita, di appassionato del Genere Umano, di poeta, di letterato, di critico, di analista politico, di sociologo, di costruttore di ponti per la pace. 
Ci siamo sempre sentiti protetti parlando di lui, rievocandolo, cercando di seguirne le orme, dedicando all'Umanità prima e solo poi alle piccole patrie - i nostri sforzi e i nostri pensieri. Abbiamo avuto, come tutti, momenti di allontanamento, difficoltà, incertezza, abbiamo smarrito la strada, e subito ritrovata, abbiamo avuto il coraggio di cambiare passo, per non indulgere più a nessuno. 
Non abbiamo mai speculato economicamente sulle nostre attività, in alcun modo, abbiamo impiegato sempre le nostre magre risorse personali e MAI guadagnato nulla. Non abbiamo MAI inseguito fama e gloria, non abbiamo MAI compiuto atti di inchino a chicchessia. 
Qualche volta abbiamo raccolto riconoscimenti, offerti SPONTANEAMENTE al nostro operato - MAI RICHIESTI DA NOI - e ci siamo posti sempre in ascolto delle esigenze del Popolo Martire, Popolo Confessore della Fede - come lo definì Bartolo Longo - dell'amicizia fra i popoli, della Conoscenza Ideale dell'Armenia e del Vicino Oriente, offrendo ospitalità sempre e pagandone sempre, paradossalmente, le spese economiche e morali. Eppure siamo sempre rimasti laici intimamente, equidistanti socialmente e abbiamo rifiutato le lusinghe di chiunque ci volesse far indossare una qualsiasi casacca o inquadrarci a qualunque titolo o farci sposare progetti pro o contro qualcun altro. Dal punto di vista religioso e dal punto di vista politico non abbiamo mai baciato o battuto le mani a nessuno, se non a chi mostrava di mettere i propri occhi nei nostri occhi o il proprio cuore sul nostro cuore. Non ne avevamo alcun bisogno, non avendo nulla da guadagnare. Abbiamo sempre rispettato e accolto chi veniva in Pace e Buona Volontà ad accostarsi al nostro operato.... qualcuno scrisse Beati gli operatori di Pace... Abbiamo offerto il nostro sostegno a tutti coloro che ci hanno cercati con intenzioni rette, pensieri onesti, sguardo diretto, fossero essi comuni cittadini o paludati e potenti. A nessuno abbiamo fatto domanda di grazie ma abbiamo offerto spontaneamente la nostra disponibilità alla collaborazione per la costruzione del bene comune. 
FORSE questa estrema disponibilità è stata fraintesa, usata, sbeffeggiata, denigrata, infangata, martirizzata. 
Il giusto, che si aggira vigile, ma ignoro e onesto, resta schiantato dai forti poteri che governano il mondo: riceve sassi contro il proprio cammino dai ciechi e dagli stolti che lo credono impegnato in un "folle volo". 
Già in occasione di quella prima conferenza del 24 aprile 2009 si ebbe modo di sperimentare che qualcuno ci osservava: due uomini con accento straniero si recarono il giorno prima nella scuola che ospitava l'evento e cercarono informazioni su chi avesse organizzato l'incontro. Da allora TANTI CI OSSERVANO. Alcuni con curiosità e altri, che non sanno e che non comprendono con cesura e condanna, armati di un giudizio morale sempre spianato come una baionetta, contro tutti coloro da cui non possono trarre profitto...
NULLA ABBIAMO RICHIESTO NULLA A NESSUNO E PER QUESTO MAI NULLA PERDEREMO; abbiamo offerto la nostra disponibilità alla collaborazione con lo Stato ma essa è stata pretestuosamente rifiutata, proprio dai forti poteri. 
Non ci lasceremo usare altrimenti, come pupazzi, da sventurati corsari che vanno all'avventura senza neppure la patente di corsa e se qualche potentato si offrirà di venirci a trovare lo farà a suo rischio. Non avendo nulla da speculare, riciclare, lavare o trasformare parleremo nel nome di Hrand Nazariantz e della Libertà di Pensare.


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