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Mikayel Varandian: storia di un eroe e primo ambasciatore in Italia



Il giovane storico Armeno M. Babayan mi fa sorgere oggi la curiosità di apporfondire e diffondere qualche notizia su Mikael Varantian altrove citato come Mikayel Varandian o naturalmente Varandyan.


Mikael Varantian
Mikael Varantian
Primo Ambasciatore d'Armenia a Roma
Mikayel Varandian è stato uno dei principali ideologi della Federazione Rivoluzionaria Armena (ARF). Commentatore politico e giornalista attivo, ha pubblicato numerosi articoli importanti in "Droshak" ("La Bandiera" o "Il Manifesto") ed è stato autore di numerose pubblicazioni. Tra cui: "La preistoria dei movimenti armeni", "Le rivendicazioni della patria e la nostra regola", "Dashnaktsutiun e i suoi avversari", "La storia della Federazione Rivoluzionaria Armena". 
Mikayel Varandian, il cui nome era Mikael Hovhannisian, nacque tra il 1872 e il 1874 a Keyatoug sobborgo della città di Varand o Varant in Artsakh. Più tardi assunse lo pseudonimo con cui divenne famoso proprio in omaggio alla sua città natale. 
Iniziò i suoi studi nella scuola comunale di Shushi, che a quel tempo era un focolaio di movimenti progressisti, e iniziò a scrivere all'età di 18 anni. I suoi saggi sono stati pubblicati sui periodici "Mourj" (martello) e "Meshag" (coltivatore), con lo pseudonimo Ego


Proseguì gli studi superiori di sociologia e filosofia a Ginevra a partire dal 1890 e con l'aiuto di uno dei suoi parenti a Tbilisi. Frequentò ulteriori corsi anche in Germania e lì incontrò e fu influenzato da alcuni dei suoi professori tutti ferventi apostoli del nuovo socialismo. 
Cominciò a collaborare con Stepan Zorian (Rostom, uno dei fondatori dell'ARF) nel 1892 e iniziò ad operare accanto a Edgar Agnouni, Sarkis Minasian e Avetis Aharonian come redattore di "Droshak", l'organo ufficiale dell'ARF. "Droshak" fu pubblicato per la prima volta da Kristapor Mikaelian nel 1890 a Tbilisi, poi nei Balcani, a Ginevra, a Parigi, a Beirut, ad Atene e oggi ancora a Yerevan. Varantian ha lavorato freneticamente preparando editoriali e articoli di scrittura, oltre alle sue responsabilità come membro del Western Bureau dell'ARF (a Ginevra), essendo stato eletto dopo il quarto congresso mondiale nel 1904. 


via Palestro 41, Roma
Residenza del Primo Ambasciatore Armeno a Roma

Per la Federazione Rivoluzionaria Armena gestiva anche rapporti con i media ma anche  i rapporti con l'Internazionale socialista. Fu attraverso i suoi sforzi che l'Հայ Յեղափոխական Դաշնակցութիւն (Hay Heghapokhakan Dashnak) divenne membro dell'Internazionale socialista. Varandian fu profondamente colpito dal genocidio perpetrato dal governo turco-ottomano. Di conseguenza, lasciò Ginevra per Tbilisi e presto divenne redattore di "Horizon", il giornale dell'ARF in Georgia. Più tardi, tornò in Europa e fece parte della delegazione nazionale armena guidata da Boghos Noubar fino all'indipendenza dell'Armenia. 
Nel 1915, Varantian propose di formare una grande unità militare armena volontaria agli ambasciatori russo, britannico e francese per conto del Western Bureau della stessa Federazione. Propose di far addestrare l'unità militare a Cipro per poi bloccare le forze ottomane in Cilicia, creando così un nuovo fronte di guerra atto a spaccare l'esercito turco. Nonostante le approvazioni degli ambasciatori russo e britannico, i francesi ottenute sulla carta come me noto tale fronte non fu mai veramente aperto rifiutarono di approvare la proposta. Di conseguenza, l'unità militare da lui proposta non vide mai la luce del giorno. Dopo l'indipendenza, Varandian fu nominato ambasciatore della nuova Repubblica di Armenia a Roma e qui pose la sua abitazione al civico 41 di via Palestro sul palazzo campeggiava la frase enigmatica "Fleoret Desertis Excita Roma Locis". Gli uffici dell'Ambasciata avevano invece sede al civico n. 5 di Corso Italia, in uno splendido palazzo con ampio portale e maestose colonne che sormentavano l'ingresso.
Tuttavia, fu profondamente rattristato dalla relativa indifferenza del mondo per la difficile situazione degli Armeni e dalla Gravità del Genocidio perpetrato sul suo popolo a cui i paesei eruropei restavano sostanzialmente silenti. Era anche disilluso dall'atteggiamento mostrato dai comunisti sovietici che a suo dire avevano tradito, con errata interpretazione, il socialismo. Negli ultimi 10 anni di vita, gradualmente iniziò ad allontanarsi dalla politica. Tuttavia, continuò a scrivere in un difficile stato di prostrazione psicologica. Tale condizione si aggravò soprattutto dopo che il suo caro amico, Avetis Aharonian, ebbe un ictus mentre teneva una conferenza in sua presenza. Varantian morì poco dopo il 22 aprile 1934. La meticolosa concezione della sua opera principale "La storia della Federazione Rivoluzionaria Armena" rimane un'opera emblematica fino ad oggi, esempio di come è possibile conciliare il rigore storico e la personale interpretazione dei fatti.


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