Il Rispetto per la Poesia di Salvo Jethro Brifa
di Salvo Jethro Brifa
Di Poesia e Nobiltà dobbiamo parlare, ma tra uomini onesti, adulti e di retta Coscienza, i quali sanno contemplare il cielo con tutte le sue stelle. Non ci interessano salotti dove gli archi del turibolo, alla catena di un diacono meschino, libera fumi accecanti, offesa per il tempio interiore nel cui centro arde la fiaccola dell’Ara Sacra all'Arte.
Non è più tollerabile che rivoli di inchiostro torbido lambiscano i greti dei nostri Spiriti. Noi desideriamo un circolo di Eletti che abbiano assaggiato il loro verso alle lingue di fuoco crepitante che, in pura nota, si accorda con la Bellezza. Non come ingenui disertori del mondo, chiusi e distaccati, né presuntuosi separati dal reale, incapaci di far scoccare il dardo, desideriamo parlare di Poesia, ma come Sacerdoti dell'Arte Grande, opera che tutto trasforma passando per il Golgota avvolto in piramidi esclusive sulla cui cima l'albero della vita genuflette le proprie radici, le salda fortemente per schiuderci alla stella Polare che tutti ci inchina e permette di fiorire in nidi tra i rami spinosi come tremule gemme, in cicli di meraviglia.
Noi siamo attenti ai veri Poeti, artigiani dell'immaginazione, maestri nella visualizzazione, maghi nell'offerta di soluzioni in forme nuove dell'originale Splendore, pronti al Sacrificio. Siamo pochi, ma consapevoli. Le nostre parole sono scelte, le abbiamo setacciate e meditato lungamente sul dove e come porle perché tintinnando destino le sensibilità profonde con la fermezza ed esperienza. Essi sanno evocare l'argento vivo e apprezzare il solfuro di mercurio, arteria e riflesso d'aurora. Solo il vero Poeta è unione tra Cielo e terra, sostanza spirituale e pietra dura che cinge il capo dei Magi perché risuoni e luminosa sia faro nelle tenebre. Essi solo sanno cogliere echi universali e comporre sinfonie sublimi; e quindi di Musica Celestiale parliamo, di suono creatore che tutto rende brillante, parliamo di ruscelli per lo spirito, parliamo delle sorgenti cristalline di alta montagna sulle cui correnti solo il pellegrino, solo chi sa fare discernimento e veglia, può chinarsi e dissetare la sete della magnificenza e cogliere il fiore, custodire la perla, perché né comprende il Valore l'unicità dell'attimo, della sua grandezza frutto di grazia dopo tanta fatica.
Con i Poeti Visionari, padroni dell'immaginazione che alla lirica magnifica affidano la cifra dell'Eterno. Solo con essi prenderemo posto attorno a tavole rotonde dell'ulivo per inebriarci tutti insieme in armonia di sfere. Solo con chi al raffinato sa porgere l'orecchio e coll'occhio destro scruta tra le onde dell'immenso.
Con pietre preziose dobbiamo innalzare le torri del nostro giardino, con pietre ben tagliate dobbiamo edificare lo scrigno della pace nel quale poter spezzare il pane e condividere in pieno il gusto e la fragranza di tanto lavoro di ricerca e paziente attesa.
Il Poeta visionario conosce le corde del cuore, l'incanto del soffio che attraversa le ossa delle lunghe braccia spalancate, trafitte dal raggio della Bellezza; dei ritmi delle percussioni che liberano le scintille del capo.
Egli non si lascia ingannare dai miraggi dell'apparenza né ricerca riconoscimenti di chi sibila e lusinga, ma nella Gloria Mistica si immerge umilmente; davanti a orizzonti stende il suo manto, perché il rosso e l'azzurro intreccino con trasparenza le vie cardiache in ceste di condivisione. Poeti autentici, Cavalieri della purezza che al diapason del Cosmo sanno porgere orecchio e far discernimento tra le intemperie che corrompono l'Anima. Essi attraversano le paludi della malinconia e fanno delle nebbie-ostacolo, manti di proficua solitudine.
Non abbiamo tempo per il balbettio da ragazzini, di qualcuno che amplifica un suono rauco che nulla ha della voce bianca o del cinguettio dei semplici. Non ci ingannano con i loro titoli risonanti. Noi siamo stati educati all'Ascolto delle Sinfonie del Silenzio! Vi è un esercito minaccioso di esseri di gran pochezza che adombrano e sviano i cuori dagli Orizzonti di luce. Essi abbagliano, ingannano facendo risuonare riconoscimenti, ma dietro tanto bagliore e note si mimetizza miseria e presunzione.
La loro cecità dell'anima è inciampo, zavorra per quanti nei deserti si consumano in gocce di sudore ambrato che, li spoglia di ogni parola falsa e rende candidi, liberi fratelli di Ideali di giustizia. Non abbiamo tempo per banali filastrocche di eccentrici intrattenitori, noiose anche a per chi prepara farse carnevalesche.
Noi siamo fratelli di coloro che con animo sincero guardano al sacro stellato e percorrono i sentieri dell'ordine di Bellezza non per ammantarsi ma per spogliarsi e vibrare in tutta onestà e povertà nelle sinfonie Universali. Si abbia il coraggio di far piazza pulita della mediocrità più adatta ai cassonetti della differenziata!
Non ci interessano eserciti di esseri pieni di Se Stessi che dell'usignolo, tanto meno del passero e dell'allodola non possono comprendere il canto della viola, del giglio, della margherita, del girasole e della rosa azzurra dalle dolci fragranze. Lasciate che razzolino nei loro pollai dove trovano acclamazione dai bassifondi della popolarità, e riflesso da pozzanghere putride. Bisogna esser fieri d'appartenere a certe altezze dove la chiarezza ha tracciato linee di un pentagramma di lampade dalle calde tonalità del giallo, bagliore del bozzolo serafico. Non disperdiamoci in opere di rastrellamento, ma compiaciamoci nel raro che soffia sottile tra le aiuole dei nostri giardini, lanciano pensierini puerili a quanti vivono dell'inganno, a noi interessano Versi d'essenza attinti nell'oceano dell'immenso.
Sarà la loro Aurea il faro per il quale il nostro olio migliore è alimento, fascio dorato tra le sfere per Essere per quanti vergano in onestà e il loro sigillo è la semplicità. Non è importante da quale angolo della terra si converga, la Ricerca autentica e la bussola sulla Terra con le sue insidie, ma l'Universo è fecondo ...ha solo bisogno della sua stagione e dei suoi interpreti:
I Poeti-Allucinati dalla meraviglia del Creato... non già della mediocrità di goffi personaggi le cui trombette sono solo adatte per gli sberleffi.
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