La Memoria Condivisa a Venezia
Locandina dell'Evento "La Memoria Condivisa" a Venezia |
Domenica 22 gennaio 2017 alle ore 16.30 presso il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, la scrittrice Antonia Arslan e Gabriele Nissim (presidente di Gariwo - Foresta dei Giusti) parleranno di Memoria Condivisa.
Interventi musicali di Claudio Fanton (duduk armeno) e Rouben Vitali (clarinetto klezmer).Modereranno l'incontro: Paolo Navarro Dina e Nadia Pasqual
L'evento gode del Patrocinio della Comunità Ebraica di Venezia, dell'Unione Armeni d'Italia e del Centro Studi di Documentazione della Cultura Armena.
Ingresso libero, non serve prenotazione.
La direzione intrapresa da molte istituzioni, da diversi anni a questa parte, è quella di Condividere la Memoria dei fatti Genocidiari del Novecento.
I due principali Genocidi, quello Armeno e quello Ebraico costituiscono due parti della medesima tragica pagina del Male, in cui Imperi in crisi decidono di costruire l'Unità e la solidità dello Stato, o di ciò che ne resta, attraverso l'annientamento della Principali Minoranze etnico-religiose a cui si imputa il possesso indebito delle risorse statali.
Così come le cause del Genocidio Armeno vanno cercate nella storia di fine Ottocento dell'Impero Ottomano, egualmente il Genocidio Ebraico si costruisce sulla base della negazione dell' "empatia". L'altro, il diverso è, guarda caso, esponente di una corporazione politico-economico-finanziaria che sottrae energie allo Stato, hegelianamente inteso, come un soggetto vivente. Lo Stato, morente, scalcia e spara i suoi ultimi colpi, quelli più micidiali, perché colpi di ferocia e rabbia, e cerca di espellere da sé quelle parti che esso ritiene colpevoli della crisi ed istiga all'odio, al disconoscimento dell'umanità presente nell'altro.
Così come le cause del Genocidio Armeno vanno cercate nella storia di fine Ottocento dell'Impero Ottomano, egualmente il Genocidio Ebraico si costruisce sulla base della negazione dell' "empatia". L'altro, il diverso è, guarda caso, esponente di una corporazione politico-economico-finanziaria che sottrae energie allo Stato, hegelianamente inteso, come un soggetto vivente. Lo Stato, morente, scalcia e spara i suoi ultimi colpi, quelli più micidiali, perché colpi di ferocia e rabbia, e cerca di espellere da sé quelle parti che esso ritiene colpevoli della crisi ed istiga all'odio, al disconoscimento dell'umanità presente nell'altro.
Questo ha permesso anche di fare opportuni distinguo, come accadeva per Karl Lüger, sindaco antisemita della Vienna fin de siècle, autore dell'affermazione "Chi è Ebreo lo decido io!"
Allo stesso modo anche le autorità della Sublime Porta, fomentavano il medesimo odio viscerale. Entrambe le potenze facevano appello ad una subdola panflettistica anti-armena da una parte e anti-ebraica dall'altra, che dipingeva la minoranza in oggetto come arrogante, contraria alle "leggi sacre" dello Stato sovrano e nemica di tutto ciò che esso rappresentava storicamente.
Si faceva, dunque, leva sulla "volontà di sedizione" come caratteristica principale dell'altro, che si opponeva alla "volontà di potenza" e di ordine dello Stato paternalista medesimo.
Il disordine, che si cercava di dimostrare essere tale in quanto morale oltre che materiale, andava punito con l'annientamento e lo sterminio. Lo Stato era dunque inteso come un sistema che doveva, per logica sistemica, riportare ordine. A tutto questo, dunque, fa appello il progetto di ricerca della Memoria Condivisa che da anni si attua in molte realtà e città italiane e che vede un punto di arrivo molto alto nell'evento veneziano del 22 gennaio 2017.
Allo stesso modo anche le autorità della Sublime Porta, fomentavano il medesimo odio viscerale. Entrambe le potenze facevano appello ad una subdola panflettistica anti-armena da una parte e anti-ebraica dall'altra, che dipingeva la minoranza in oggetto come arrogante, contraria alle "leggi sacre" dello Stato sovrano e nemica di tutto ciò che esso rappresentava storicamente.
Si faceva, dunque, leva sulla "volontà di sedizione" come caratteristica principale dell'altro, che si opponeva alla "volontà di potenza" e di ordine dello Stato paternalista medesimo.
Il disordine, che si cercava di dimostrare essere tale in quanto morale oltre che materiale, andava punito con l'annientamento e lo sterminio. Lo Stato era dunque inteso come un sistema che doveva, per logica sistemica, riportare ordine. A tutto questo, dunque, fa appello il progetto di ricerca della Memoria Condivisa che da anni si attua in molte realtà e città italiane e che vede un punto di arrivo molto alto nell'evento veneziano del 22 gennaio 2017.
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