Un modo particolare per raccontare il teatro e le opere di Carmelo Bene.
per gentil concessione dal sito http://www.motorefashion.it/carlo-coppola-si-si-diventa-falvision-editore-dipendente/
Un modo particolare per raccontare il teatro, come le opere di Carmelo Bene.
È questo lo scopo, ben riuscito, del volume curato da Carlo Coppola, docente di Lettere dalla cultura poliedrica e amante dello stesso, come dimostrato dal suo precedente lavoro di ricerca, presente nella prefazione a “Il Salento metafisico di Carmelo Bene”, scritto da Lorena Liberatore, edito dalla FaLvision Editore. Dell’omonima casa editrice è invece “Figli di B: «ad una voce per il teatro», con un contributo di Antonella Gaeta in appendice, e caratterizzato dalla suddivisione in tre sezioni (teatro, musica, cinema), appartenente alla collana “Palcoscenico” – Teatro, nata nel 2009 in Braille e successivamente sviluppatasi anche per altre lingue. Come dice la parola, “vita” da narrare e far ascoltare o vedere, in quanto produzione letteraria, musicale e cinematografica; in poche parole, “il proprio naturale rifugio”. In tale anfratto, non proprio alla luce del sole, anche se il ricercato lavoro balza agli occhi, inviterei i miei lettori critici consapevoli a nascondersi, affinché possano riscoprire che un certo tipo di letteratura – e non solo – non è di nicchia in quanto a distribuzione. Ecco che la FaLvision Editore regala a quanti ancora credono nel valore della cultura e dello studio un prodotto editoriale facile da consultare e leggere, gradevole e scorrevole, tanto adatto sia a coloro che amano collezionare pezzi rari tanto quanto a coloro che, invece, cercano veloci metodi per approfondire le proprie conoscenze, ampliarle o acquisirne di nuove. Descrivere tale testo non avrebbe senso, se ne perderebbe il gusto, ma un elemento va reso alla portata di tutti, come tale è lo stesso: la scelta, da parte dell’autore, di riservare non solo la parte finale alle interviste “inedite” o “mai fatte“, come definite dalla stessa Lorena Liberatore, a Carmelo Bene, quanto alla sceneggiatura cinematografica – da lui composta – “Una passeggiata”, nonché allo spartito musicale(n.d.r.. musica di Giuseppe De Trizio), di “Bellavia”. Un’antologia, in sintesi, che sembra voler rubare il tempo spesso trascorso invano davanti ai soliti programmi TV, mentre la lettura rende la vita una “corsa mediana, che non ti giri più per guardare dietro”, e, se “hai perso il confine tra l’inseguito e l’inseguitore” allora sei proprio diventato “FaLvision Editore-dipendente” e “guardi [n.d.r.. così] attraverso una lente che ti allontana di cinque millimetri dal mondo”.
Lidia Ianuario
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