In Via Gradoli - Roma

Nessun paragone tra la tristezza che ogni giorno a distanza di anni ci provoca il nome di Aldo Moro e quella di oggi dovuta all'abiezione morale di un singolo, protagonista di una vicenda del tutto contemporanea.
Al nome di Aldo Moro, infatti e al suo ricordo, non possiamo che inginocchiarci e ringraziar Dio di averci onorati d'essere suoi connazionali, nati e fatti uomini della sua stessa carne e del suo stesso sangue.
Al nome di Aldo Moro oggi ancora alcuni tramano, altri girano la faccia colpevoli di una colpa diretta o solo rei in coscienza di menefreghismo, e di ignavia o di lesa maestà. In via Gradoli 96 ci dice la storia i perfidi brigatisti, infervorati di idee vili lo tennero, lunga pezza, e sempre in quella via e a quel civico dovevano esserci proprietà segrete dei servizi segreti.
Altra cosa è la tristezza morale, lo svuotamento, il senso di rabbia sotteso al cuore che pone in grande difficoltà il mondo politico romano e laziale.

La tristezza è forte perché in via Gradoli il presidente auto-dimissionario incontrava alcuni transessuali per incontri la cui natura era certamente sessuale, gettando con questi incontri ignominia su di sé, sulla propria famiglia, sulla memoria di quel grande giornalista antimafia che fu suo padre.
Via Gradoli a Roma sta nei pressi della Casilina in una zona tranquilla dove la gente è cordiale ma abbastanza per farsi i fatti propri. C'è da chiedersi di chi fosse quell'appartamento nel quale stavano i transessuali per cui Marrazzo e finito nei guai. E se scoprissimo ancora che quell'appartamento appartiene ancora hai servizi segreti? E se scoprissimo che i servizi deviati tenevano lì i trans a posta? Non ci poniamo questi interrogativi, sarebbe riaprire le vecchie feriti che riportano agli assassini di Aldo Moro e ai mandanti di tante ordinarie storie all'Italiana.
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