Lettera del prof. Carlo Coppola in cui si prende atto del diniego all'incontro richiesto con la Nunziatura Apostolica in Armenia
Alla Spettabile Segreteria della Nunziatura Apostolica in Armenia,
e per conoscenza
S.Em. Rev.ma Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede,
S. Em. Rev. ma Card Kurt Koch, Prefetto del Dicastero per la promozione dell'unità dei cristiani,
S.Em. Rev.ma Card. Claudio Gugerotti, Prefetto del Dicastero per le Chiese orientali,
S.E. Boris Sahakyan, Ambasciatore della Repubblica d'Armenia presso la Santa Sede (Città del Vaticano)
Sono Carlo Coppola, studioso della Diaspora Armena, dottore di Ricerca e Cittadino Italiano e Armeno, nonché insignito, nel 2023, di Medaglia di Gratitudine del Presidente della Repubblica d'Armenia per la mia attività culturale.
Nelle scorse settimana insieme alla mia collega Shushan Khachatryan, dottore di ricerca in Teologia e ricercatrice senior del Istituto e Museo del Genocidio Armeno, ho cercato di prendere appuntamento più volte con la Rappresentanza Diplomatica della Santa Sede presso la Repubblica d'Armenia.
Per tre settimane siamo stati messi in attesa, abbiamo aspettato pazientemente e devotamente la disponibilità al dialogo di qualunque rappresentante della Nunziatura Apostolica e, non volendo disturbare Sua Eccellenza il Nunzio o l'Attaché, abbiamo chiesto di poter incontrare anche per un breve dialogo, un qualunque altro rappresentante di qualunque grado diplomatico o anche addetto privo di grado diplomatico.
Nella precedente email ho specificato (in lingua inglese) gli argomenti in agenda: "In particular, we would like to talk about the publication of documents relating to the life of Blessed Father Salvatore Lilli from Cappadocia (Abruzzo, Italy) that are in the possession of the Museum and Institute of Genocide, and the possible Cause of Canonization of a group of Franciscan friars including the Servant of God Father Francesco Divittorio from Rutigliano (Puglia, Italy). All the friars, belonging to the Custody of the Holy Land, were martyred in Mugiuk Deresì. The first group in 1895 and the second in 1920" (cit.). Ho allegato, inoltre, il mio curriculum vitae, affinché potesse essere più chiaro e palese il mio intento scientifico, nonostante tale documento sia facilmente riscontrabile sulla maggior parte dei social network in varie forme.
Questa mattina, temendo di essere stati dimenticati, abbiamo nuovamente contatto, questa volta telefonicamente la Nunziatura ricevendo, un definitivo e uno spocchioso diniego, in modo palese e arrogante da parte di tale signora presentatasi come Tigranuhi la quale - forse giustamente dal suo punto di vista svolge il ruolo di selettore di coloro che possono o non possono incontrare, a sua Personale discrezione, i rappresentanti della Santa Sede in Armenia.
Come studioso non ignoto alle cronache armene e italiano, cittadino anche insignito di Onorificenza della Repubblica d'Armenia e Servo Fedele del Santo Padre, mi sarei aspettato non l'esibizione di un mero potere di diniego ma l'attenzione a ciò che avevo da condividere con la Nunziatura (Rappresentanza Diplomatica della Santa Sede e del Santo Padre). Inoltre, come è anche è noto, di recente ho avuto modo di stigmatizzare, prendendo le pubbliche difese della Santa Sede, anche una spinosa vicenda giornalistica, che avrebbe potuto, senza l'intervento di studiosi come me, causare danni ben più cogenti ai rapporti tra Vaticano e Repubblica d'Armenia.
Questo sciocco esercizio del potere di veto, questa volta non passerà da me inosservato e ne farò cenno nelle mie future interviste in programma in questi giorni. Sono assai mortificato della indisponibilità al confronto e al dialogo, cosa di cui farò anche cenno al mio ritorno in Italia, la prossima settimana, tanto verbalmente quanto per iscritto alla Segreteria di Stato Vaticana e all'Ambasciata della Repubblica d'Armenia presso la Santa Sede.
Pur baciando la mano di Sua Eccellenza il Nunzio, come Vescovo successore degli Apostoli e Alto Rappresentante del Santo Padre, questa volta mi sento costretto a prendere atto dell'atteggiamento, poco diplomatico, poco cattolico, vieppiù poco fraterno, della mancata risposta e dell'arroganza del diniego verbale odierno.
Certamente i rappresentati della Santa Sede hanno molto da fare, ma un minuto per rispondere alla mia precedente email in lingua inglese, credo che potesse essere gentilmente, oltre che diplomaticamente, trovato anche per esprimere una qualsivoglia forma di impossibilità all'incontro.
da Yerevan, lì giovedì 22 agosto 2024
Distintamente
Carlo Coppola
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