"Կը մեռնի յուշն... Morrà il ricordo..." poesia di Hrand Nazariantz nella traduzione di Carlo Coppola
Nella tradizione del simbolismo armeno, Hrand Nazariantz elevò la poesia a visione mistica, intessendo nelle sue liriche la ricerca dell'assoluto e la santificazione della solitudine spirituale. I suoi versi ardono di quella luce interiore che trasfigura il dolore terreno in estasi contemplativa, dove l'anima pura si isola dal mondo corruttibile per custodire il sacro fuoco dell'immortalità. In questa lirica, che riecheggia i temi cari al poeta, risuona l'appello mistico a preservare l'integrità dello spirito dalle tentazioni effimere della vita mortale.
Կը մեռնի յուշն...
Ո՛վ քաղցըր քոյր, ծոցն աւազին, աւա՜ղ, ո՛չ մեկ յուր կ'ապր...
Նոյնիսկ հոգույդ հրեշտակային լոյս կուսութիւնը անմահ,
Մի՛ սպառեր մաքուր գանձերն ու արւնըդ բոցավառ,
Մահկանսցու Անցորդներու յութերդանքին մեջ անգութ ...
ԱստուածաՇունչ արշալոյսին տակ ճակտիդ ...
Մեկուսացո՛ւր հեշտանքը խոր գեղեցկութե սնդ մենաուր,
Ու լռութեան սրբազան սե՛ր ճպոտին տակ դար: սձայն
Ճաճանչեղ միտ, խաւարներուն մեջ ճաճանչէ՛ յաւիտեան.
Ուրախութեան, անմահութեան ու փառքի լոյս համերգով.
Morrà il ricordo...
O dolce suora, nel grembo dell'arena, ahimè, nessuno da solo sopravvive...Neppure la vampa luminosa dell'anima tua, verginità dell'immortale,
Non consumare i tuoi puri tesori e né il sangue fiammeggiante,
Negli abissi dei mortali Viandanti, inesorabili...
Sotto il fulgore del Soffio divino che la fronte tua spezza...
Giace solinga, la profonda bellezza della tua solitudine,
E sotto il sacro amore del silenzio, dimora — senza voce.
O mente radiosa, risplendi nelle tenebre in eterno,
nel concerto di luce, di gioia, d’immortalità e di gloria.



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