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Mentre ascolto Tigran Mansurian



Solo allora, solo in ultimo, ecco la fatica
la gioia: 
Cittadino della Repubblica d'Armenia.
Status per scelta dell'Anima,
intimità che mi lega all'Assoluto per via direttissima.
È il dolore lacerante di una Cerca, 
Solitudine delle proprie scelte
che cercano compagni per non traboccare
che sono piaghe da decubito 
sempre pronte ad aprirsi 
in ogni momento.

Un tema mi pervade:
le dita scorrono sui tasti,
vibrano mentre impugno 
l'archetto
avanti e indietro 
come spoletta su telaio bianco.
Il tema si ripete, si allarga, si infittisce, Decresce.
Silenzio.
Un assolo di tromba pare stonare
nell'inesistenza altrui
si erge della propria anima.

La carne è annullata da note più lunghe
sincopate senza mistero
a Star sull'Attenti
a dichiarare il Riposo.

Lacrime che scendono dagli occhi
ululanti il buio della propria esistenza 
smarrita .
Genocidio di sé, 
non condivisibile con
nessuno. Basta con i tormenti collettivi!
Solo io con la mia finitezza,
con l'eroismo, con la chitarra hawaiana, 
con Bach, senza fiori, solo opere di Bene 
con impotenza davanti all'arroganza del mondo.

Coloro che inventano la Storia
che stuprano un intero Genocidio
che stuprano le loro stesse madri
che non conoscono né lingua, né carne né  soffio.

Come una foglia a gambe incrociate
ti stuprano il cuore nel gocciare della smoccolatura
dicendo parole senza senso,
attribuendo titoli di cui non conoscono il significato
che spulciano senza qualità 
che dicono senza competenza 
di secoli, e di evi, e blaterano i nomi di luoghi.

Allora invoco gli Iddi a lenire il mio dolore
sapendo vana ogni invocazione di bontà.
Scempio, Scempio, senza vergogna.
Solo allora scendo all'Inferno e comprendo
la turpitudine del mio stesso sguardo 
e imploro che esso sia nascosto 
agli occhi di chi mi contempla.

Evoco i Superni
ma si presentano solo cani rognosi latranti
chiamo di nuovo Arimane e Astarte
nessuno risponde oltre la Soglia

- "Inch pes es"?
-"Maràna tha"!


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