Tappeti "Sparta" di Annita Giangrande
Questo articolo in lingua francese apparve su "La Festa: rivista settimanale illustrata della famiglia Italiana" del 22 febbraio 1931. È stato trascritto da Carlo Coppola. Al fine di rispettare l'integrità filologica del testo vengono mantenuti alcuni, imprecisioni nella scrittura dei nomi, e taluni concetti errati, facilmente emendabili alla luce dei fatti storici, presenti nella seconda parte del testo.
A 500 m da Bari sorge il piccolo villaggio Nor Arax costituito da sei padiglioni di legno offerti dallo Stato. Ogni padiglione è capace di contenere una trentina di famiglie.
Il villaggio sorse nel 1924 per accogliere una colonia armena dedita all'industria dei tappeti orientali.
Fu il poeta Hran[d] Nazarian[t]z ebbe l'idea di fondare la società italo Armena la quale provvede, con mezzi propri alla importazione di questa speciale maestranza creando in Bari il nucleo della colonia armena. Nor-Arax.
Ingegnere Lorenzo Valerio accolse con entusiasmo l'idea del poeta che è messa in azione, ha dato un maggior sviluppo alla produzione della sua "Filatura".
Iniziativa pro Colonia Nor-Arax fu patrocinata, a suo tempo, da S. E. Luzzati che favoreggiò l'opera ormai fiorente.
La "Filatura" dello Stabilimento Valerio attrezzata per una produzione di 80 kg di filato in otto ore lavorative e atta a fronteggiare il lavoro per ben 120 telai e più, capaci alla loro volta di rendere al mese e 600 m. quadrati di tappeti Sparta.
Il tappeto Sparta che è poi il tappeto turco, è lavorato a mano con lane speciali, di fabbrica italiana, filati nello stesso villaggio. Queste lane si adattano a tutti i tipi di tappeti orientali.
Un considerevole numero di operaie armene siedono al telaio intente ad un lavoro assillante che richiede molta attenzione, molta abilità e infinita pazienza sia per la difficoltà del lavoro in sé stesso sia per i difficili disegni che devono venir ingranditi, durante la tessitura stessa, dalle abilissime operaie. Ecco come procede il lavoro.
Il telaio, che è verticale, è pronto con la sua fitta orditura di grosso cotone come cordoncino, attraverso il quale passa e ripassa il filo di grossa lana colorata con che la mano dell'operai afferma, nota e spezza, in modo speciale, punto per punto per eseguire i vari disegni, spesso geometrici o floreali, mediante colori diversi, tonalità diverse.
Tinte smorte, tenui, vivaci sfumature, sgargianti si fondono in una cromatica armonia tutta orientata e appagano la vista di chi guarda ed ammira.
Come si è detto, ad ogni punto la lana viene spezzata.
Quando è passata attraverso tutta l'orditura allora l'operaio eguaglia i fili spezzati per mezzo di una forbice speciale la quale ha uno sperone di acciaio quasi in punta che serve a guidare la mano per l'eguaglianza dei fili all'altezza della lana già sfioccata.
In ultimo, con forza, il pettine ripetute e ripetute volte viene battuto per la compattezza del lavoro che esce dal telaio morbido, tepido e vellutato come una carezza.
La qualità di questi tappeti è stata perfezionata gradatamente mediante il miglioramento progressivo del filato, della colorazione e del disegno.
Così, che per esperienza acquisita a contatto del consumo e dalla lavorazione, la produzione oggi è assai apprezzata tanto è vero che le richieste sono di gran lunga superiori ad ogni aspettativa.
L'industria del Villaggio Nor-Arax manifattura poco tempo fa i tappeti per le carrozze ferroviarie delle L. L. M. M. Il re e la regina d'Italia.
Esecuzione specialissima e fine, questa, fatta su disegni del Prof. Casanova.
Lear me ne sono coadiuvate da molte italiane le quali, con la pronta e viva intelligenza dei meridionali pugliesi, hanno imparato il lavoro a perfezione e ne aumentano la produzione.
Il villaggio, però, ospita soltanto gli armeni stabilitisi con la con le loro famiglie alle quali si è cercato con ogni mezzo, di procurare un discreto benessere.
L'Associazione Nazionale dello sviluppo del Mezzogiorno d'Italia ha in amministrazione il villaggio Nor-Arax ed ha contribuito ad impianti di scuole e di ambulatori.
Il Municipio di Bari e la Società dell'Acquedotto Pugliese, hanno provveduto generosamente alla costruzione del villaggio e alla conduttura dell'acqua ivi impiantata.
A Colonia Armena vive una vita tutta per sé e si accomuna poco agli italiani.
Gli armeni non ammettono incroci di razze.
I matrimoni si celebrano tra loro forse perché, queste fiorenti giovani straniere dalla fiera espressione del viso che contrasta con grandi dolcissimi occhi sognanti, non trovano abbastanza simpatici i nostri uomini con quali pura dividono guadagno e lavoro.
Che cosa sognano i dolci occhi stellati di queste fanciulle operose?
Sognano certamente la patria lontana e abbandonata, ma non dimenticata di cui devono sentire la nostalgia.
L'impresa dell'Ing. Valerio pone, "nel quadro magnifico delle rinnovate energie produttive nazionali, una nota che ravviva la fede nel radioso avvenire della Patria."
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