“I viaggiatori della Via Lattea” di Yeghishe Charents
“I viaggiatori della Via Lattea” (1916-1917) si può annoverare a buon diritto tra i componimenti poetici più noti di Yeghishe Charents, uno dei maggiori poeti armeni del ventesimo secolo. Le radici del dolore che prova il poeta - delle sue ferite - sono molto profonde, essendo collegate intimamente all’alienazione dell’individuo, al disagio dell'uomo moderno in una civiltà sempre più pragmatica, insensibile e distante. L’uomo è vittima dei modus imposti da una società indifferente, i quali producono una rottura spirituale, una perdita di speranza, dopo di che può rimanere soltanto la fierezza di essere ancora in piedi, la forza di andare avanti, sognando in un sogno effimero.
Il componimento è stato volto in lingua italiana dal prof. Grigor Ghazaryan, italianista dell'Università Statale di Yerevan il quale desidera offrire in dono e dedicare questa sua traduzione al prof. Pierpaolo Faggi, in segno di amicizia e di gratitudine per suggerimenti preziosi relativi alla traduzione.
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