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150° anniversario della nascita di Padre Fishta: tra le più attese la testimonianza del Capo della Presenza OSCE in Albania Vincenzo Del Monaco


La Comunità Francescana di Scutari ha commemorato il 150° anniversario della nascita di padre Gjergj Fishta, considerato tra i padri della letteratura e del giornalismo albanese contemporaneo del Novecento. 
Erano presenti il Nunzio Apostolico in Albania S. E. mons. Luigi Bonazzi e l'arcivescovo di Scutari S.E. mons. Angelo Massafra (nativo di San Marzano di San Giuseppe principale comunità Arbereshe pugliese, in provincia di Taranto). 
Sono intervenuti alla commemorazione tra gli altri i professori Mark MarkuVincenc Marku tra i massimi conoscitori degli scritti di padre Gjergj Fishta e tra i curatori della pubblicazione della sua opera omnia.
All'evento ha preso parte tra gli altri il Capo della Presenza OSCE in Albania, l'ambasciatore Vincenzo Del Monaco.
In uno splendido discorso - non indulgendo a sentimenti di appartenenza religiosa ma a valori etici ampiamente condivisibili nei quali si possono ritrovare egualmente donne e "Uomini di Buona Volontà" - l'ambasciatore ha evidenziato la sua emozione: "Toglie il fiato - ha detto - pensare che dove noi oggi poggiamo i piedi si sono consumati fino a pochi decenni fa orribili violazioni dei diritti umani", constatando apertamente: "Quanto sangue innocente ha intriso questo suolo".
L'ambasciatore ha, quindi, proceduto ricordando "Il martirio del beato Bernardin Palaj, insegnante anch’egli come Fishta, imprigionato presso questo convento, torturato per quaranta giorni e morto legato ad un albero, qui in questo Convento, nel suo convento. Morto di tetano il 2 dicembre 1946, causatogli dal filo di ferro che lo teneva stretto, aggrappato alla sua “croce” terrena".
Le parole di Del Monaco oltre ad evocare la sofferenza dei martiri della fede, e più in generale della barbarie umana, hanno riempito la sala di sentimenti oggettivi, ricordando come in un immemoriale presente storico "padre Fishta fa esattamente due cose: dedica la sua esistenza (etimologicamente un intensivo del verbo dicere) ed educa all’esistenza, cioè che guida verso nuovi orizzonti intellettuali, come Virgilio con Dante, che lui peraltro cita nei suoi scritti, insieme a Telemaco, il primo patrono di tutti i giovani."
Insomma, secondo Del Monaco - che dichiara di aver preso a prestito il titolo dello splendido volume intervista di François Fejtö, con Maurizio Serra edito da Sellerio - "Fishta non è un passeggero del tempo". "Fishta è un esponente di spicco all’interno di un periodo turbolento della storia albanese e della storia europea tutta." [...] "Produce e consuma cultura. Importa in Albania principi, correnti di pensiero, costumi che ha assorbito durante i suoi lunghi soggiorni oltre Adriatico. È il valore straordinario delle traduzioni in lingua albanese di opere straniere moderne, delle stamperie aperte in Albania. [...] Come attento lettore del Manzoni, ma anche come uomo del proprio tempo padre Fishta seppe superare le dicotomie, creare ponti e - sempre nel ricordo dell'ambasciatore - "coniugare impeccabilmente patriottismo e autentica fede cattolica" compiendo un passo in più, poiché "aggiunge un suo impegno politico attivo all’attività letteraria, puntando la lente d’ingrandimento sull’etica della cosa pubblica in Albania agli inizi degli anni Venti, mentre il paese compie i primi passi a seguito della proclamazione dell’indipendenza". Qui il tema si fa più cogente e Del Monaco centra un nodo cruciale che ancora in molti paesi del mondo risulta ancora scoperto, come ha dimostrato anche la recente conferenza sulla Stampa Sud-Orientale organizzata dalla Presenza OSCE a Tirana. Credendo fortemente nel ruolo dell'intellettuale e nella Missione del Dotto declinata secondo il modello cristiano - da Bonaventura da Bagnoregio e Tommaso d'Aquino passando per Duns Scoto e Guglielmo da Occam - "Fishta amava la stampa, perché attraverso di essa si scambiano idee e pensieri, la nazione si sviluppa e prospera grazie al contributo della cultura, l’economia cresce e vengono tutelati i diritti di tutti. Ed è esattamente cosi: il legame tra prosperità e diritti umani-democrazia è fortissimo. [...] Noi all’OSCE chiudiamo il cerchio dicendo che senza democrazia e tutela dei diritti umani non c’è sicurezza".
Del Monaco ha poi ricordato il valore profondamente inclusivo del messaggio di Fishta, messaggio di per sé rivoluzionario, alla luce evangelico, in un momento storico in cui nel mondo imperversavano i distinguo e le divisioni di parte. 
In tutto ciò il suo esempio risulta, certamente, attualissimo non solo in Albania: "Fishta non può appartenere al passato, ma è il presente e il futuro dell’Albania. Mi sentirei di dire che per la portata universale dei valori per i quali ha lottato, Fishta appartiene all’umanità e buca i secoli." Padre Gjergj con le sue opere e la sua azione educativa è stavo quindi un modello di non esclusione, ma di apertura accogliente all'umanità, offrendo la propria opera a di disposizione di chiunque volesse o potesse ascoltarla.
L'Ambasciatore ha concluso il suo intervento spiegando che "Fishta rimane un segno e uno strumento del tempo e nel tempo. Lo è nel presente del passato che è la memoria, nel presente del presente che è la visione e nel presente del futuro, che sempre per Sant’Agostino consisteva nell’attesa."

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