Bayram Mammadov, morte accidentale di un (altro) anarchico
Apprendiamo quest'oggi, con ritardo, la notizia del (presunto) suicidio del dissidente azero Bayram Mammadov, un ragazzo. Era stato, torturato e imprigionato per 3 anni per aver imbrattato la statua di Heydar Aliyev in Azerbaijan, è stato trovato morto il 5 maggio scorso a Istanbul. Si è appreso che il giovane aveva lasciato la sua casa il 2 maggio scorso ed è stato dichiarato disperso il quattro pomeriggio, lo stesso giorno il suo cadavere è stato ritrovato.
Il giornalista azero, suo amico, Afqan Muxtarli, in un post sui social media ha affermato che Mammadov si trovava a Istanbul dopo aver conseguito un master in Europa e sebbene nessuna indagine fosse stata formalmente aperta fino a quel momento dal primo istante della sua scomparsa numerosi siti web statali già parlavano di "suicidio".
Lo stesso giornalista ha affermato che le circostanze della morte di Bayram Mammadov ricordano quelle della morte di un altro dissidente azero Vugar Rza morto in Belgio il 31 dicembre 2020. Le ricerche anche in quel caso erano iniziate tardivamente e 15 giorni dopo la scomparsa, il cadavere era stato trovato nel fiume. La polizia rivelò in quel caso di aver trovato il corpo di Vugar nel stesso dove era annegato. Tuttavia, era impossibile che il cadavere potesse essere rimanesse nello stesso posto, soprattutto perché quel tratto è interessato da un cospicuo transito fluviale. L'ambasciata azera si era subito fatta coinvolgere nel lavoro di indagine delle autorità belghe, facendo rinviare il corpo a Baku in tutta fretta. Il procedimento penale è stato concluso e archiviato prima che fosse avviata una serie indagine. L'ambasciatore in Belgio è andato a Baku di fretta e ha incontrato il padre di Vgar. Tutti coloro che hanno cercato di appurare la verità sono stati accusati di interruzione delle indagini.
Inoltre lo scorso 17 marzo 2021 un altro giornalista dissidente del regime degli Aliyev, Mahammad Mirzali, è stato ferito in Francia a coltellate salvandosi quasi miracolosamente, nel frangente suo padre veniva interrogato con forme coercitive dalla polizia.
Queste storie ricordano certamente copioni già a lungo rappresentati. Talvolta, come racconta anche Dario Fo, gli anarchici di tutto il mondo hanno spesso l'abitudine di volare dalle finestre, come passeri, di suicidarsi, auto-pugnalandosi con forchette e coltelli, di lanciarsi nudi contro treni in corsa con una bomba attaccata al collo dopo essersi torturati o stuprati da sé medesimi, annegando in una pozza d'acqua, magari per recuperare le proprie scarpe finite chissà perché in mare, in un lago o in un fiume. Spesso si impiccano nella doccia dopo essersi chiusi in bagno a chiave quando non lo hanno mai fatto prima, si sparano con la mano sinistra essendo destrorsi o con la mano destra essendo mancini. Per giunta scrivono un biglietto di addio con la calligrafia di qualcun altro, salvo che l'accertamento ortografico dica che è tutto regolare e che la mano era tremante per l'emozione del momento.
Gli anarchici hanno spesso una grande arma, l'ironia, che li rende ancora più invisi al potere costituito.
Per questo ti dico #BayramMammadov, sia Pace alla tua anima, tu che hai avuto il coraggio di imbrattare la statua di un dittatore e per questo hai pagato con la vita la lesa maestà.
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