"La tratta degli esseri umana come questione di giustizia sociale" in un editoriale dell'Ambasciatore Del Monaco
La tratta degli esseri umani è un argomento che si studiava nelle scuola medie italiane oltre venti anni fa, ed era legato nell'immaginario collettivo al "Triangolo della Schiavitù" di cui erano considerati responsabili un paio di nazioni europee, nell'indifferenza di tutti gli altri. Tra le prime nazioni a escludere per legge la tratta di esseri umani vi erano stati gli Inglesi, almeno sulla carta, e il Regno delle Due Sicilie, nel mito di Carlo III di Borbone. Da alcuni decenni ci rendiamo, invece, conto che tale problematica non è mai cessata. In particolare Cinema degli anni 2000 (Promised Land di Amos Gitai e la serie televisiva Human Trafficking) ha gettato nuova luce su questo turpe fenomeno per il quale troppo spesso l'opinione pubblica Occidentale si limita a provare solo un profondo senso di sdegno morale e non contro i soprosi verso la persona umana, di distopico pudore e talvolta di ipocrisia, facendo finta di non vedere e non sentire e lasciando il compito di agire solo ad alcune organizzazioni locali e nazionali, di volontariato, o istituzioni internazionali e sovranazionali come OSCE.
"La tratta di esseri umani non è una memoria storica sbiadita: è una questione sociale di oggi Albania, e porta i semi di una potenziale minaccia alla sicurezza." È quanto ha ribadito fortemente l'ambasciatore Vincenzo Del Monaco Capo della Presenza OSCE in Albania, in un editoriale pubblicato nel quotidiano "Albanian Daily News" oggi 14 aprile 2021.
Nel suo editoriale, che può essere letto per intero in lingua inglese e albanese sul sito della Presenza Osce in Albania, l'Ambasciatore ha menzionato alcuni complessi casi di tratta di esseri umani nel Paese delle Aquile, che sono stati oggetto di un recente studio condotto proprio dal suo ufficio. "Il traffico di esseri umani - inteso come processo di segregazione delle persone attraverso l'uso della forza, violenza, inganno o coercizione e sfruttarli per guadagni finanziari o personali - può avvenire sempre e ovunque" spiega l'Ambasciatore.
Negli ultimi cinque anni, le autorità albanesi hanno denunciato più di 450 casi di presunte vittime di tratta e formalmente identificate, la maggior parte dei quali sono minori. Le ultime stime affidabili, fornite da UNODC, parlano di circa 50.000 vittime di tratta in tutto il mondo nel 2018. Tuttavia, la tratta di esseri umani (THB) è notoriamente sottostimata e il numero delle vittime è probabilmente di molto maggiore. Questo fenomeno globale è alimentato dalla disuguaglianza sociale ed economica, dalla povertà, dalla disoccupazione, dalla violenza e dai conflitti ed è facilitato dagli usi criminali della tecnologia. Merita grande attenzione da parte della comunità internazionale e delle autorità nazionali in Albania.
Spiega l'Ambasciatore nell'editoriale che chiunque può diventare vittima della tratta, poiché se le persone vivono in situazioni insicure sono maggiormente disposte a diventare bersagli dello sfruttamento e hanno maggiori probabilità di essere assoggettate e sfruttate dai loro aguzzini. Una vasta ricerca sulla tratta di esseri umani indica che spesso i sogni di persone alla ricerca di una vita migliore possono finire in debiti, cattive condizioni di lavoro o, addirittura, in tratta, sfruttamento e violenza. Diventano vittime due volte quando vengono assunti dalle organizzazioni della criminalità organizzata.
Il problema è ancora più intricato nel caso dei minori, specialmente quelli costretti a mendicare o commettere piccoli crimini dai loro genitori. Nella ricerca condotta dalla Presenza OSCE in Albania sono stati documentati 45 casi di bambini vittime di tratta o potenzialmente vittime di tratta. I numeri sono dolorosamente impressionanti. L'ufficio della Presenza OSCE in Albania continua il suo impegno supporto al coordinamento dei diversi portatori di interesse incentrato sulle vittime al fine di eliminare tutte le forme di tratta di esseri umani, sulla base dell'approccio globale dell'OSCE per affrontare questo crimine atroce.
"Il nostro impegno è guidato dalla consapevolezza che la tratta rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale e regionale a causa dell'attività criminale coinvolta" afferma ancora Del Monaco. Gli esiti della ricerca condotta sottolineano che i trafficanti sono spesso coinvolti in molteplici tipologie di crimini dalla corruzione, al traffico di droga, al riciclaggio di denaro e altre forme di crimine organizzato, con profitti rimessi in circolazione attraverso il reimpiego dei proventi in economie formali a scapito dello Stato di diritto, dei valori democratici, della sicurezza economica, degli investimenti e sviluppo sostenibile.
"Abbiamo contribuito all'adozione di un Piano d'Azione Nazionale per proteggere i bambini dallo sfruttamento economico e di piani a livello locale per identificare e assistere i bambini in queste situazioni" ha ricordato Del Monaco, aggiungendo che sono state create linee guida per la salvaguardia gli interessi dei minori vittime nei procedimenti penali, ma anche potenziati meccanismi di raccolta dati, e che le riunioni di coordinamento multi-agenzia stanno ulteriormente aiutando a identificare e gestire i casi.
I recenti incontri dell'Ambasciatore Del Monaco con varie istituzioni, quali polizia, centri di accoglienza e ONG hanno evidenziato la necessità di cooperazione a tutti i livelli. In tale contesto, il perseguimento della tratta di esseri umani è una priorità per rendere giustizia alle vittime, e aiutare a identificare i colpevoli rintracciando i loro beni. Le vittime non dovrebbero essere trattate come autori dei crimini commessi a causa della loro tratta situazione. Allo stesso modo i proventi delle attività criminali, una volta confiscati, potrebbero essere riassegnati a scopi sociali, per supportare le ONG che si occupano in vario modo di assistenza alle vittime.
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