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Crisi politica in Armenia: nuovo stallo tra Presidenza della Repubblica e Primo Ministro


Il presidente della Repubblica di Armenia Armen Sargsyan ha restituito con obiezioni il progetto di decreto sulla destituzione del Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate Onik Gasparyan. La Presidenza del Consiglio dei Ministri ritenendo infondate tali obiezioni, non ha accolto le contestazioni ricevute dalla Presidenza, sulle quali presenterà le proprie giustificazioni secondo le modalità previste dalla legge. Il primo ministro Nikol Pashinyan ha dichiarato che invierà nuovamente la richiesta al presidente della Repubblica per licenziare il capo di stato maggiore Onnik Gasparyan.
Dopo la manifestazione iniziata il 25 febbraio in Piazza della Libertà, i sostenitori del "Movimento per la salvezza della patria" hanno marciato verso l'edificio dell'Assemblea nazionale, poi hanno chiuso Baghramyan Avenue, hanno allestito tende e vi hanno trascorso diverse notti.
In questo momento dopo la crisi nei rapporti tra Capo dell'Esercito e Primo Ministro, lo stallo è diventato politico. Infatti, per evitare le conseguenze di quello che sembrava un golpe inevitabile, il Presidente della Repubblica Armen Sarkissian non ha firmato il decreto di sostituzione del Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate. Il governo Pashinyan sembra muoversi in direzione ostinata e contraria, contro tutto e tutti, non volendo riconoscere le proprie gravi responsabilità strategiche e tattiche nel clima che ha portato al conflitto e nella sua gestione a tutti i livelli. L'intera vicenda è sono frutto di una visione profondamente puerile della situazione internazionale. Come ha dichiarato di recente il Presidente della Repubblica l'errore maggiore è quello di iniziare a dare credito a miti e leggende da noi stessi creati. 

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