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23 Gennaio 1920: una data da non dimenticare! di Don Pasquale Pirulli

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo articolo da don Pasquale Pirulli autore del volume Il Servo di Dio padre Francesco di Vittorio ofm, AGA editrice, 2020. Intendiamo specificare che i nomi delle località e molti nomi propri di persona non sono rintracciabili essendo stati trascritti in epoca in cui non esisteva un sistema univoco di trascrizione dalla lingua turca, che fino alla rivoluzione kemalista era scritta prevalentemente in caratteri dell'alfabeto arabo. Altro problema è quello dell'identificazione esatta dei luoghi narrati, poiché i toponimi delle località minori - talvolta anche di quelle principali -sono stati del tutto modificati anche per non rendere identificabili i terribili fatti di sangue avvenuti durante il genocidio armeno. 


In questa data 23 Gennaio 1920 nella località di Kaichli, distante due chilometri dal villaggio di Mugiuk Deresì, nel distretto di Marash, il cittadino P. Francesco Paolo Divittorio ofm cadeva sotto i colpi di rivoltella del turco Ali Oglu Effendi. Con lui erano assassinati i due confratelli fr. Alfredo Dollentz e fr. Salvatore Sabatini e i trenta orfanelli affidati alle loro cure. Lo scorso anno nella ricorrenza del centenario del martirio la chiesa di Rutigliano con la presenza di S. Ecc.za Mons. Giuseppe Favale, vescovo della Diocesi di Conversano-Monopoli, ha celebrato una solenne liturgia eucaristica nella Chiesa della Insigne Collegiata di S. Maria della Colonna, al cui fonte battesimale il figlio di Luca e di Antonia Marzovilla, nato il 29 ottobre alle ore 11,30, era stato battezzato il 1° Novembre 1982 dall’arciprete parroco D. Giovanni Vito Chiaia. A ricordo della ricorrenza centenaria anche l’amministrazione comunale di Rutigliano, presieduta dal sindaco Dott. Giuseppe Valenzano, provvedeva a far stampare presso l’AGA (Azienda Grafica Alberobello) il saggio storico di D. Pasquale Pirulli dal titolo: 

Il Servo di Dio P. FRANCESCO PAOLO DIVITTORIO O.F.M.- Nato a Rutigliano (29 ottobre 1982) Martire in Armenia (23 gennaio 1920) Ricordato nel centenario della sua morte. 

Purtroppo la pandemia, che ancora ci affligge, non ha permesso la presentazione alla cittadinanza del volume. Si auspica di poterla fare in tempi più sereni!
Subito dopo la festa liturgica di S. Antonio Abate (17 Gennaio) con l’annuale tradizionale sagra del fischietto di terracotta, patrimonio culturale di Rutigliano, sarà bene non tralasciare di ricordare questo figlio della nostra terra, che ha dato la sua testimonianza eroica di fede nella lontana terra di Armenia. 
Nella chiesa delle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia, fondate dalla Ven. Madre Maria Pia della Croce Notari, il 23 Gennaio D. Pasquale Pirulli celebrerà la S. Messa nel ricordo dell’eroico religioso della Custodia di Terra Santa.
Ponendoci sulle orme del P. Francesco Paolo Divittorio recuperiamo la dichiarazione della sua nascita registrata all’ufficio di stato civile di Rutigliano:

NUMERO 320

DIVITTORIO FRANCESCO PAOLO

L’anno mille ottocento ottanta due, addì trenta di Ottobre a ore antimeridiane sette e minuti trenta, nella Casa comunale Avanti a me MICHELE TROIANO Sindaco, Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Rutigliano, è comparso LUCA DIVITTORIO, di anni trenta, contadino, domiciliato in Rutigliano, il quale mi ha dichiarato che alle ore postmeridiane del dì ventinove del suddetto mese, nella casa posta in vico primo San Cusmano al numero undici, da ANTONIA ROSA MARZOVILLA, sua moglie, contadina, seco lui convivente, è nato un bambino di sesso mascolino, che egli mi presenta, e a cui dà il nome di FRANCESCO PAOLO.

A quanto sopra e a questo atto sono presenti quali testimoni VITO STEFANO ORLANDO, di anni sessantotto contadino, e PAOLO SANITATE, di anni ventidue contadino, entrambi residenti in questo Comune. 

Letto il presente atto agli intervenuti si è da me solo sottoscritto per avermi asserito gli stessi essere analfabeti. 


La rivista “La Terra Santa”, che nell’anno 1921 a cura del P. Custode Fr. Ferdinando Diotallevi ofm iniziava la sua pubblicazione a servizio dei Luoghi Santi, nel secondo numero, datato 15 febbraio, ricordava i martiri di Armenia. L’azione missionaria dei frati francescani della Custodia di Terra Santa nella regione della Cilicia-Armenia viene così descritta: 
Entrata nella guerra europea anche la Turchia, i missionari furono costretti a partirsene, e i poveri Armeni, fatti segno alle ire del Turco, quei che non furono uccisi, furono deportato tanto barbaramente, che molti morirono per via e nella terra d’esilio. Cessati gli orrori della guerra, i superstiti che poterono tornare in patria trovarono ben presto i loro antichi padri spirituali, che non contenti di riprendere le cure delle anime di essi, si diedero pensiero di alleggerirne anche la miseria corporale, ché tutto era desolazione e rovina. A chi furono provveduti strumenti da lavoro, a chi animali per l’agricoltura o campi da coltivare, ad altri la casa da abitare. Per molti orfanelli erano stati aperti due orfanotrofi in Mugiuk Deresì e in Cars Pazar.
Qui si possono ritrovare le motivazioni geopolitiche degli scontri con gli Europei e della caccia agli Armeni:
Non contenti della pace conchiusa dal Sultano colle Potenze dell’Intesa, molti Turchi, ribelli al Governo, si sollevarono contro gli Europei (Inglesi e Francesi) che avevano occupato parte del loro paese, e presero le armi per iscacciarneli, coinvolgendo nell’odio anche i poveri cristiani armeni, sospettati di favorire gli europei. 
Dopo aver descritto la dolorosa e drammatica fuga dei cristiani armeni da Marasc, guidati dal P. Materno Muré ofm, verso Adana, e le peripezie del P. Emanuele Garcia Pardoa che dopo tre mesi sequestrato in Cars-Pazar riesce a mettersi in salvo con i suoi orfanelli e alcune famiglie, l’articolo descrive il martirio di P. Francesco Paolo Divittorio ofm e dei suoi confratelli.
Passarono lunghi mesi d’incertezze sulla sorte degli altri missionari dell’Armenia in Moudjouk-Deresì, Jenige-kalé e Don-kalé. Finalmente nel mese di Settembre, fallirono la ultime speranze di saperli vivi ed in luogo sicuro. I Frati di Moudjouk-Deresì, un sacerdote e due laici, ansiosi della sorte del loro ormai piccolo gregge, credettero da Dio mandato a soccorrerli un ricco turco che compassionandoli li invitò a rifugiarsi nella sua casa, abbastanza vasta per accogliere i pochi fedeli con gli orfanelli, dove sarebbero stati sicuri sotto la protezione di lui. Accettarono con gratitudine, ma erano traditi! Avevano appena finito il pranzo nella casa creduta ospitale, e stavano conversando col loro ospite, quando si udirono dal di fuori colpi di fucile: “Che è questo?”, domandò il P. Francesco. Leoimen Oglu Alì, tale è il nome del traditore, per tutta risposta estrasse una rivoltella e con tre colpi uccise i tre Frati. I colpi di fucile erano il segnale della strage, che dagli orfanelli e dai poveri cristiani si estese alla Chiesa, all’Ospizio della Missione ed alle altre case cristiane, che, dopo averle saccheggiate, diedero alle fiamme. Era il 23 Gennaio 1920. I nomi dei Religiosi sono: P. Francesco Di Vittorio da Rutigliano (Bari) di 38n anni, Fr. Alfredo Dollencz, laico, ungherese di 68 anni, e Fr. Salvatore Sabatini, pure laico, da Pizzoli (L’Aquila), d’anni 44. 
Segue il racconto della morte degli altri religiosi: P. Alberto Amarisse da Cave (Roma) a Jenige-kalé, P. Stefano Jalincatian da Marasc a Donkalé. A questi si aggiungono il laico Fr. Giuseppe Achillian da Marasc e il P. Leopardo Bellucci da Osimo (1882- 20/08/1920). 
Per quanto riguarda il nostro P. Francesco Paolo Divittorio alla data odierna non è possibile sapere che fine ha fatto il suo corpo e quelli delle altre vittime. A sottolineare il clima in cui ha operato basta l’annotazione del suo confratello P. Sabatino del Gaizo: 

Un fanatico bisogna vederlo nell’atto di scannare un cristiano, e poi colla lingua leccarne il sangue dalla lama della scimitarra! Io l’ho visto in questo atto… è cosa raccapricciante!

Circa il suo assassino mi pare che la notizia che ci dà P. Materno Muré sia quanto mai interessante. Egli riferisce che, secondo il Console d’Italia ad Aleppo sig. Enrico Vitto, il sig. Agha Kutchuk, ricco possidente di Mugiuk Deresì, nell’aprile 1895 aveva avuto una discussione con il P. Salvatore Lilli a causa di un terreno della missione. Il musulmano all’arrivo dei soldati aveva brigato presso il comandante Mazkan Bey perché fosse eliminato il P. Salvatore che fu ucciso dai soldati il 22 novembre, mentre veniva condotto con altri cristiani a Marasc. Il santo pontefice Giovanni Paolo II il 3 ottobre 1982 riconosceva il martirio del P. Salvatore Lilli ofm e dei sette cristiani uccisi con lui! Gli antichi latini sentenziavano: “Qualis pater talis filius!” (Come il padre così il figlio!). Anche nei confronti di P. Francesco Paolo Divittorio e dei suoi compagni il turco Loimen Oglu. 
Ali seguiva l’esempio del padre.
Esprimiamo sentimenti di cordiale gratitudine al M. Rev. P. Fr. Narcyz Klimas ofm, responsabile dell’Archivio della Custodia di Terra Santa, che ci ha trasmesso tutto il materiale riguardante il nostro concittadino, e al M. Rev. P. Fr. Giangiuseppe Califano ofm, postulatore generale dei Frati Minori Francescani, il quale auspica di avviare nel modo canonicamente corretto la causa super martyrio di P. Francesco Paolo Di Vittorio e dei suoi compagni.
A noi di Rutigliano il dovere della memoria e l’augurio di poter vedere il P. Francesco Paolo Divittorio salire alla gloria degli altari insieme al Venerabile Mons. Giuseppe Di Donna osst (Rutigliano 23 agosto 1901 – Andria 2 gennaio 1952), missionario in Madagascar e santo vescovo della diocesi di Andria.


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