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Discorso del Presidente della Repubblica Armen Sarkissian alla Nazione Armena


In questi giorni assai significativi per la storia il Presidente della Repubblica di Armenia Armen Sarkissian sta dimostrando una estrema lungimiranza e capacità di sciogliere i nodi della vita politica. Il suo impegno è finalizzato alla risoluzione delle tensioni che nel Paese si sono accumulate dopo il 10 novembre 2020 quando il Primo Ministro Nikol Pashinyan, senza interfacciarsi o informare nessun'altra autorità apicale dello stato ha firmato un accordo che è suonato e continua a suonare come una resa incondizionata dell'Armenia all'asse del terrore costituito Azerbaijan, Turchia e jihadisti mercenari del sedicente stato islamico. Proponiamo questa mattina la traduzione della versione inglese del discorso del Presidente Sarkissian al popolo armeno. 


Cari compatrioti in Armenia, Artsakh e nella diaspora,
Gli armeni di tutto il mondo stanno attualmente vivendo uno dei momenti più cruciali della storia millenaria della nostra nazione.
Gli obiettivi che stavamo cercando di raggiungere a livello nazionale dopo l'indipendenza a lungo desiderata della Patria sono stati scossi.
Abbiamo perso la guerra che ci è stata imposta, sia sul campo di battaglia, sia nelle arene pubbliche diplomatiche e internazionali.
Ancora una volta, porgo le mie condoglianze alle famiglie e ai parenti di coloro che sono caduti, e auguro una pronta guarigione ai feriti.
Siamo figli di persone che sono sopravvissute al genocidio e l'hanno superato.
La battaglia può essere persa, ma è inammissibile perdere come nazione.
La casa bruciata con le proprie mani e la patria perduta si può restaurare in un solo modo, riscoprendo la nostra vittoria e costruendo lo Stato, di cui andremo tutti veramente orgogliosi.
E possiamo sicuramente farlo, valutando con sobrietà la situazione, imparando dagli errori commessi e sospinti dall'idea del rilancio nazionale in un modo rinnovato e consolidato.
Quali che siano le differenze nelle nostre valutazioni del passato, è ovvio che ci troviamo di fronte a problemi senza precedenti.
Artsakh è gravemente ferito.
Abbiamo una società intensamente turbolenta.
L'economia danneggiata è gravata da immensi problemi sociali.
C'è una catastrofe umanitaria a causa del grande flusso di persone trasferite dall'Artsakh all'Armenia.
Anche la situazione causata dall'epidemia è assai complicata.
Or dunque, lo spirito armeno è ferito in ogni angolo del mondo.
Il nostro paese oggi non è più il paese che avevamo il 26 settembre, non è nemmeno quello che avevamo l'8 novembre.
Non possiamo ignorare questa realtà e continuare a vivere una vita normale.
Negli ultimi giorni, in linea con l'imperativo del momento, ho tenuto decine di consultazioni politiche, incontri con forze parlamentari ed extraparlamentari, varie organizzazioni non governative e singoli. Ho anche avuto conversazioni telefoniche con i nostri connazionali di diverse strutture della Diaspora.
La maggioranza assoluta dei partecipanti alla riunione concorda su una questione: le dimissioni o la cessazione dall'incarico del Primo Ministro in conformità con la Costituzione e le elezioni parlamentari anticipate.
È ovvio che, nonostante la fine della guerra, la Repubblica di Artsakh, la Repubblica di Armenia e l'intero popolo armeno stanno entrando in un periodo di nuove prove in cui ogni errore può portare a conseguenze disastrose.
Nella situazione attuale, non c'è alternativa per il popolo armeno che essere unito e consolidato.
In questi giorni, ognuno di noi - in particolare politici e funzionari governativi - devono mostrare un alto livello di responsabilità e moderazione, concentrando i propri sforzi esclusivamente sulla ricerca di modi per superare questa crisi.
In questa situazione, voglio rivolgermi alle forze dell'ordine.
Avete una grande responsabilità oggi, prima di tutto garantire l'ordine nel nostro Paese, essere forti e determinati, ma allo stesso tempo dovete ricordarvi che davanti a voi c'è una vostra sorella o vostro fratello, ogni volta e in ogni occasione.
Qualsiasi deviazione, qualsiasi violazione della legge, è inaccettabile e imperdonabile. Vi invito a sostenere e proteggere la legge e la legalità.
Le mie osservazioni basate sugli incontri e le consultazioni sono le seguenti:
Tenuto conto della situazione attuale e dell'imperativo di superarla degnamente, ascoltando anche la richiesta dell'opinione pubblica, è ovvio che per evitare sussulti al Paese saranno inevitabili elezioni anticipate all'Assemblea Nazionale.
In questo contesto, a mio parere, l'unico approccio responsabile potrebbe essere che il governo e la forza politica dominante possano valutare oggettivamente il loro potenziale e presentino una tabella di marcia in un breve periodo di tempo, al fine di fornire le tappe per l'avvio dei processi costituzionali pertinenti, consentendo una elezioni. Nel frattempo, il governo sarà affidato al governo altamente qualificato di unità nazionale.
Per la Repubblica di Armenia, la Repubblica di Artsakh e l'intero popolo armeno che vive in diversi paesi del mondo, le mie suddette osservazioni volte a superare la crisi in questi giorni difficili si basano esclusivamente sugli interessi nazionali.
Spero che tutte le forze politiche si rendano conto della gravità del momento e adempiano adeguatamente alla loro parte di missione storica.
Vorrei ricordarvi che oggi tutti stanno seguendo gli eventi dell'Armenia, sia i nostri amici che i nostri nemici.
Non abbiamo altro compito che rendere potente il nostro paese.
Non abbiamo altra strada che consolidare le persone senza rendere omaggio a nessuna parola o fare alcun passo che minacci di dividere la società.
Solo attraverso l'unità saremo in grado di raddrizzare la schiena piegata sotto il peso della sconfitta e di apparire a noi stessi, alle generazioni future e alla comunità mondiale come i figli e le figlie di una nazione impossibile da sconfiggere.
Sono fiducioso che il popolo armeno uscirà dalla difficile situazione con onore e vittoria.
Dio ci benedica tutti.

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