La guerra è sempre un'indicibile carogna. Il nostro sempiterno supporto all'Armenia
Oggi ho sentito piangere un amico, per i bambini morti in Artsakh e a Martuni. Oggi mi sono reso conto che anche io oggi mi stavo dimenticando di essere umano. La guerra è un indicibile carogna, lo sappiamo tutti, nella guerra muoiono sempre gli innocenti, i ricchi e i potenti si trovano sempre dalla parte di chi riesce a cavarsela. Tutte le guerre sono uguali, la gente muore, la gente piange, la gente soffre, la gente prega. Invoca chiunque, qualsiasi Dio, qualsiasi anima protettrice degli antenati, qualsiasi nume tutelare. Gli Armeni hanno preso un generale nemico, gli Azeri hanno perso uomini mezzi e dignità. Gli Azeri hanno sparato come al solito solo sui civili, gli Armeni hanno, come sempre risposto all'orrida barbarie per difendere la popolazione civile.
Da più parti i diplomatici Armeni nel mondo cercano di sensibilizzare l'opinione pubblica degli Stati in cui si trovano. Alcuni lo hanno fatto e lo fanno con grande coscienza, altri lo hanno fatto molto male, altri hanno preferito servire padroni particolari anziché lo Stato e il popolo. Quelli che piangono sono sempre gli innocenti, i bambini, i derelitti, i nonni, i poveri tra i poveri, le donne incinta, i padri di famiglia, i poveri curati di campagna.
Un vecchio adagio italiano cantava:
Sempre allegri bisogna stare,
il nostro piangere fa male al re
fa male alla ricco, al cardinale
diventan tristi se noi piangiam
Nonostante questo continuiamo a supportare l'Armenia, nonostante le lacrime che ha provocato alle nostre persone, nonostante tante volte i suoi rappresentanti abbiano provocato nelle nostre menti e nei nostri cuori un dolore indicibile, scavato e rivoltato come un calzino le nostre anime, le nostre coscienze, in cerca di una macchia che non sono riusciti a trovare. Allora hanno gettato fango con complicità e invidie. Abbiamo raddoppiato gli sforzi perché costoro fossero cacciati a pestoni e esposti al pubblico ludibrio. Essi non hanno mai avuto, sino ad oggi, la dignità, l'accortezza, la sensibilità di chiedere scusa, in alcuna forma. Come la poetessa Sylva Kaputikyan, aspettiamo di vederli sul banco degli imputati, non adesso, ma certamente un giorno perché Dio Onnipotente conosce il cuore degli uomini e delle donne. Noi perdoniamo, noi siamo misericordiosi perché è scritto se rimetterai i peccati saranno rimessi, se condonerai il debito a colui che ha un debito verso di te, il debito che hai nei confronti del Padre Eterno anche quello ti sarà condonato. Ma noi non dimentichiamo, continueremo a tenere scritto nel nostro cuore tutto il dolore e le lacrime che abbiamo versato, per l'Armenia.
Oggi preghiamo per la Patria, per la Pace, perché l'unica guerra giusta è la guerra che non si fa, le uniche benedizioni sono quelle che riserviamo, alla Pace e all'Amore e alla conversione del Cuore. Siamo bergogliani, siamo francescani anche, perché siamo Cristiani e Cristo si è immolato per tutti anche per Giuda Iscariota. Coloro che benedicono la guerra e le armi sono coloro che hanno interesse nel venderle, nel propagandarle, nel diffonderle. L'abominio di un prete che benedice le armi la Chiesa romana lo ha vissuto in un triste buio e nefando passato, la chiesa del III millennio ineunte, è la chiesa di tutti. Del povero, del ricco, del cardinale, del Santo Padre, dei Vescovi, delle prostitute, delle vedove, degli orfani, del lupo e dell'agnello, perché sta scritto che alla fine dei tempi il lupo pascerà con il capretto senza fargli alcun male. San Paolo, il grande Saulo di Tarso ha scritto:
Seppure io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli ma non avessi l'Amore (Carità), sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e possedessi la pienezza della fede così da muovere le montagne, non sarei nulla. L'Amore soffre, non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio. Tutto perdona, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta, l'Amore non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Ora dunque rimangono fede, speranza, amore. La più grande di queste l'Amore.
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