Manifesto Graalico (1951)
In quest'ora di fatale oscillazione dell'universo che distoglie l'umanità dai suoi fini veri e dalle sue auguste tradizione, in questa ora di generale disfacimento morale, si sente il bisogno il resistibile di lanciare un appello ai fratelli di tutte le fedi che, malgrado le tenebre sono rimasti gli apostoli e i confessori della grande è la regione che la poesia.
Di questo appello si fanno banditori i Graalici - spiriti puri in libera associazione - che subordinano la vita materiale alle supreme esigenze dell'Arte, e vogliono il ritorno al vero concetto della Poesia, intesa non solo come semplice forma d'Arte, ma Specialmente come concezione di vita. In altri termini, non pensano che il poeta ha una missione da solvere in questa vita terrena e che, precursore di mondi migliori, egli porta dentro di sé, avvolto nelle sacre fiamme dell'arte, un messaggio di redenzione dell'amore e questo messaggio deve diffondere fra gli uomini per unirle in una comunione fraterna.
I Graalici vogliono che l'Arte, estranea all'ambizione e alla speculazione, non sia più lo ornamento dello spirito sulla povertà del cuore ma sia una grande pietà e l'immagine di ciò che viene di più bello, vero e buono in ogni essere; opera rimani pure, come fu ai tempi dei grandi anonimi E dei grandi eroi di cui veneriamo i nomi. Essi vogliono che l'arte sopravviva sia per coloro che verranno, come quelli che segneranno, la più alta forma del bene che l'uomo deve all'uomo.
Poesia vuol dire religione di amore e il poeta deve offrire agli uomini, che hanno bevuto le amarezze del mondo, il simbolo consolatore l'immagine di una idea di verità e di bellezza una speranza di liberazione sopra le rovine, il più dolce abbraccio alle armonia del creato.
Il Graalismo fa della poesia una coppa simbolica che soltanto manicure possono elevare verso il cielo per raccogliere lacrime delle notti umane il sangue delle aurore divine; è sorto per opera di quanti credono nella forza dei miracoli dello spirito che alla civiltà degli eroi, dei santi dei costruttori succederà quella dei Vati, i quali saranno i rivelatori delle nuove certezze, gli annunziatori di nuove speranze.
I Graalici vogliono essere coetanei di ogni generazione a venire, Che troverà in essi gli attributi di una continuità operante, e l'ambizione di essere essenziali della catena per cui il passato si collega all'avvenire, giacché latte non è né antica, né moderna, né futura.
I Graalici identificano la vita del poeta con la sua arte e perciò ritengono che un'opera grande e non possa sorgere che da un'anima grande e pura. Chi crea per l'effimero soggiace all'effimero. Il vero poeta si distingue perché la sua vita è migliore dei suoi poemi.
L'atomismo psichico in cui il pensiero moderno ha saldato la personalità umana ha fatto perdere il poeta il senso dell'Unità e dell'armonia del creato, del grande ritmo a cui obbediscono a l'uomo e il cosmo; e la poesia si è fatta nei piccoli brividi del solipsismo, negli impossibili approdi.
Ritiene al contrario che la vera individualità sia quella che cerca l'universale per conoscere ed arricchire se stessa e perciò il vero maestro non può essere che il poeta il quale, nella grande sintesi della poesia, aspetto dell'essere: il bello il buono ed invero riesce a comporre la radicale discordia tra la vita e la morte, creando nuovi rapporti e analogie tra le cose, le idee i ricordi.
Assertore del profondo il senso della storia per cui sa essere il vecchio Adamo e l'uomo nuovo, essendo il portatore di un messaggio d'amore e libertà Che allaccia gli uomini in un cerchio amoroso.Questo messaggio che costituirà il fondamento della nuova poesia accompagnare alle gesta e il lavoro dei popoli sparsi per il mondo nelle luminose conquiste della scienza e del pensiero e potrà costituire l'epica nuova sorta dall'amore eroico di tutte le forme della vita.
L'arte del poeta dunque sarà quella di perpetuare un messaggio siderale attento alle lontananze dello spazio e del tempo, di far planare sulle caotiche miserie dell'umanità la legge luminosa e trionfante dell'amore, ferire segretamente i cuori col ferro rovente della bellezza Per infervorare divinamente le anime, di far presentire agli incarnati della terra Un miglioramento super terrestre in perpetuo divenire, di suscitare tutte le vibrazioni possibili di un'anima per comunicarle ad altre anime, di agevolare questa trasmissione sublime sviluppando in ogni tempo nuovi campi di relazione, nuovi modi Di riferimenti, per orientare gli uomini verso Le supreme definitive certezze della verità propagate dall'amore.
Noi chiamiamo a raccolta i fratelli sparsi per il mondo intorno all'antico vessillo della nostra fede, tratto fuori dall'arca della nostra troppo lunga e paziente attesa. Vogliamo unire in un fraterno convito sotto il segno della santa poesia tutte le forme dell'arte. Dante, Michelangelo, Beethoven non furono forse Fratelli nella loro arte solare?
Uniti intorno a quest'ara di fede sentiamo tutta la santità che la nostra opera e nell'attesa di adunare anche i dispersi di tutte le strade, lanciamo il nostro appassionato appello a quanti sono disposti a seguirci in questo cammino di sacrificio e di dedizione. La nostra fede sarà un combattimento tenace infaticabile. A questo risveglio spirituale, il nome di un principio d'amore, invitiamo i Puri e Sinceri a lavorare con noi così daremo un senso al quotidiano sacrificio di questa nostra vita che sarà non indegnamente vissuta per il bene dell'Umanità.
Bari, primavera del 1951
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