Lo Stato dell'Arte in Armenia: intervista all'ex vice Ministro della Cultura Tigran Galstyan
L'ex vice Ministro arch. Tigran Galstyan con il Sindaco di Bari
ing. Antonio Decaro (Bari, 30 marzo 2019)
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Negli scorsi mesi la politica delle attività culturali in Armenia, i processi di gestione e organizzazione del patrimonio culturale, artistico, e dello spettacolo che dovrebbero essere il fiore all'occhiello di una civiltà plurimillenaria hanno subito un cambio di rotta. Il Ministero della Cultura e quello dell'Educazione hanno subito un accorpamento non solo di risorse umane, ma anche di cervelli in campo convergenti verso la Reductio ad Unum e conseguente esaltazione della leadership. Nel rimestare le carte, nel rigirare la zuppa, tra governo e un'altro, tra un'ideologia e un'altra molte sono state le promesse la cui attuazione ancora non è definita.
In questo clima di attendismo generale abbiamo chiesto all'ex vice Ministro della Cultura della Repubblica di Armenia arch. Tigran Galstyan di poter rispondere a qualche nostra domanda, nel tentativo di comprendere meglio e far comprendere ai nostri lettori come si sta evolvendo la situazione della cultura in Armenia.
1) Qual è l'attuale livello delle metodologie di organizzazione e protezione del patrimonio artistico e architettonico in Armenia?
Devo confessare che la protezione dei monumenti in Armenia non è alta. Monumenti storici e culturali non hanno ricevuto la giusta attenzione per anni in Armenia. Per molti anni non c'è stato un pieno apprezzamento del valore di un monumento storico. Un grattacielo residenziale o un centro commerciale sono investimenti a breve termine nell'economia del paese. Sarebbe naturale guardare al lungo periodo, ai vantaggi di un paese in cui ci sono monumenti e immobili di storia e cultura. Allo stesso tempo è anche importante rendersi conto che i monumenti culturali sono irrimediabilmente persi. I proprietari di edifici storici e culturali in Armenia (specialmente a Yerevan) fanno ciò che vogliono del senza alcun controllo e il loro unico scopo è demolire per costruire al suo posto un grattacielo. E questa è la ragione principale per cui i proprietari di beni di interesse culturale non fanno nulla per preservare questi edifici. Sono convinti che ci sarà un modo per abbattere l'edificio, lasciano solo le facciate esterne (cosa che secondo me è ancor più brutta) per costruire un nuovo edificio. Questo è il motivo per cui abbiamo edifici costosi nelle parti più trafficate di Yerevan, l'area economicamente più attiva. Le ex autorità hanno spesso giustificato la demolizione degli edifici storici dichiarandone le cattive condizioni statiche.
Sfortunatamente, nel nuovo governo, siedono ancora al loro posto funzionari responsabili delle idee dei predecessori.
L'anno scorso, il Primo Ministro Nikol Pashinyan ha annunciato in una riunione del Consiglio dei Ministri che non un monumento sarebbe stato demolito durante il suo mandato. È stato un annuncio molto importante, ma dopo l'annuncio, lo scempio del centro di Yerevan è rimasto inalterato, il che significa che i proprietari degli edifici non hanno ancora perso la speranza di raggiungere il loro obiettivo.
L'arch. Tigran Galstyan con il presidente
della Comunità Armena della Puglia Rupen Timurian (30 marzo 2019) |
2) In che modo l'opinione pubblica, anche non specializzata, è attenta ai problemi della protezione e del patrimonio culturale armeno?
Ciò che mi rende più felice è che in Armenia esiste una grande attenzione pubblica verso gli monumenti storici. Le persone, anche con background diversi tra loro, sono molto sensibili quando qualcuno cerca demolire o distruggere la natura di un edificio storico.
3) La cooperazione con l'Italia può contribuire a fornire metodologie e tecniche per la conservazione e protezione?
La condivisione delle esperienze può essere sicuramente positiva per entrambi i paesi. È probabile che i problemi che stiamo affrontando noi in Armenia abbiano già superato una determinata fase in Italia. Penso che la collaborazione di funzionari e professionisti del governo possa sicuramente avere un impatto positivo sul problema.
4) Perché, in Armenia, non esiste un'organizzazione statale come "La Sovrintendenza ai Beni Archeologici, alle belle arti e al paesaggio" in Italia?
L'Armenia è stato un paese Sovietico. In Unione Sovietica tutto apparteneva allo stato. Anche se da quasi trent'anni questo sistema non esiste più, la mentalità continua ad essere la stessa per forza di inerzia.
5) Come architetto, Lei pensa che avrebbe senso creare tale organizzazione in futuro, per evitare che tutte le decisioni siano ad appannaggio della politica?
Penso di sì e condivido questo pensiero.
6) Qual è la sua opinione sull'attuale sistema di gestione del patrimonio storico architettonico in Armenia?
Sfortunatamente, le persone responsabili del settore del patrimonio culturale non sono collegate ai cambiamenti in Armenia, non hanno conoscenze professionali pertinenti e nel settore ancora collaborano attualmente persone che sono ideologicamente colpevoli della distruzione del sostrato culturale e dell'ambiente urbano di Yerevan per circa una decina d'anni dal 2000-2008. Essi continuano ad operare nello stile caratteristico di quell'epoca.
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