Frammento dell'Inno a Vahakn o Vahagn attraverso Mosè di Korene
particolare della copertina del poema Vahakn di Hrand Nazariantz realizzata dal pittore e scultore Ezio Roscitano |
Secondo la mitologia armena Vahakn era il Dio del Fuoco, il tuono e della guerra. Per gli antichi egli formava la "triade" insieme a con Aramazd e Anahit.
Tutti gli dei, secondo la credenza euhemerista, erano uomini viventi; Allo stesso modo Vahagn fu introdotto nelle file dei re armeni, come figlio della dinastia Orontide (o dinastia Yervanduni , VI secolo a.C.), insieme ai suoi fratelli - Bab e Tiran. Vahagn fu identificato con la divinità greca Eracle. Nella traduzione armena della Bibbia, "Eracle, adorato a Tyr" fu ribattezzato "Vahagn".
I sacerdoti del tempio Vahévahian, che rivendicavano Vahagn come proprio antenato, misero una statua dell'eroe greco nel loro santuario.
Երկնէր և ծովն ծիրանի.
Երկն ի ծովուն ունէր և զկարմրիկն եղեգնիկ.
Ընդ եղեգան փող ծուխ ելանէր,
Ընդ եղեգան փող բոց ելանէր,
Եւ ի բոցոյն վազէր խարտեաշ պատանեկիկ.
Նա հուր հեր ունէր,
Բոց ունէր մօրուս,
Եւ աչքունքն էին արեգակունք։
Traduzione di
Padre Leonzio Alishan
Padre Leonzio Alishan Mechitarista di Venezia |
Il cielo e la terra partorivano; Partoriva il mar purpureo: Nel mare nacque una cannuccia rossellina: Dal bucciuolo della canna usciva fumo, Dal bucciuolo della canna usciva fiamma: E dalla fiamma un giovinetto balzava: Questo giovinetto aveva chioma di fuoco, Egli aveva barba di fiamma, Occhietti ch' eran due soli.
Traduzione abbellita da
Niccolò Tommaseo
Il Linguista e Romanziere Niccolò Tommaseo |
Partoriano in dolore il ciel, la terraEd il purpureo mar: nacque dal mare
una cannuccia di color rossino;
e fumo uscia dal vano della canna;
e balzo dalla fiamma un giovanetto
e il giovanetto avea chioma di fuoco,
barba fiammante e occhini come soli
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