Secondo la Commissione di Venezia la riforma giudiziaria armena è stata ponderata
Il Parere congiunto della Commissione di Venezia e della direzione per i diritti umani (DHR) della direzione generale dei Diritti umani e stato di diritto (DGI) del Consiglio d'Europa, sulle modifiche al codice giudiziario dell'Armenia e ad alcune altre leggi, adottato durante la sessione plenaria, è stato pubblicato sul sito web della Commissione il 14 ottobre.
Il parere dettagliato è stato redatto ed è pubblicamente disponibile sul sito della Commissione al seguente link: Armenia - Joint opinion of the Venice Commission and the Directorate of Human Rights (DHR) of the Directorate General of Human Rights, and rule of law (DGI) of the Council of Europe, on the amendments to the Judicial Code and some other laws, adopted at its Plenary Session, Venice, 11-12 October 2019
Il Ministero della Giustizia Armeno ne ha resi noti i contenuti più cogenti, in particolare: - La Commissione, nel complesso, valuta positivamente le modifiche legislative contenute nel pacchetto. I meccanismi proposti aumentano la responsabilità dei giudici e sono più efficienti per prevenire la corruzione, senza, allo stesso tempo, invadere in modo sproporzionato l'indipendenza dei giudici.
- La riforma proposta ha subito un processo di consultazioni pubbliche; molte modifiche ai testi proposti sono state apportate in seguito al contributo delle organizzazioni della società civile, della comunità giudiziaria e di altre parti interessate. Molte delle ONG che la delegazione ha incontrato a Yerevan hanno notato con soddisfazione la trasparenza e l'inclusività del processo di preparazione del pacchetto.
- La Commissione di Venezia comprende che lo schema proposto di nomine dirette alla Commissione per la prevenzione della corruzione era necessario per superare i futuri deadlock. Insomma, nell'attuale panorama politico armeno il nuovo sistema di nomination sembra essere accettabile.
- In termini di età richiesta per i giudici, la Commissione ha affermato di non poter criticare questa proposta in astratto, poiché non ha una conoscenza sufficiente del sistema educativo armeno, dei "dati demografici" della magistratura armena ecc.
- Quanto alle norme del Consiglio d'Europa per quanto riguarda le condizioni per la nomina dei giudici, essi non menzionano una specifica età come limite anche se esistono sistemi nazionali con tali disposizioni. Quando vengono seguite le norme del Consiglio d'Europa (ovvero i giudici sono nominati senza alcuna discriminazione, in base al merito, tenendo conto delle qualifiche, delle capacità e della capacità di adempiere alle funzioni giudiziarie), l'età inferiore del candidato è a discrezione delle autorità. Le autorità armene progettano un eccezionale regime di prepensionamento. Invocano l'attuazione della Costituzione come rivista nel 2015 in un contesto post-rivoluzionario e ritengono che il passaggio dal mandato a vita dei giudici costituzionali (previsto dalla Costituzione prima della revisione del 2015) al mandato a tempo determinato (previsto dal l'attuale versione della Costituzione) dovrebbe essere applicato immediatamente.
- Per quanto riguarda il regime di prepensionamento dei giudici nominato prima della revisione del 2015, la Commissione di Venezia ha precedentemente criticato i regimi di prepensionamento quando erano obbligatori o quando hanno interessato un gran numero di giudici. Tuttavia, questa critica non può essere formulata laddove le dimissioni dipendono da una decisione volontaria dei giudici interessati. Tuttavia, il potenziale pensionamento simultaneo di parecchi e persino fino a sette giudici su nove potrebbe ostacolare l'effettivo funzionamento della Corte. La Commissione di Venezia raccomanda pertanto alle autorità armene di rivedere il regime proposto in modo da alleviare tale preoccupazione.
Nel processo di preparazione del pacchetto, il governo dell'Armenia ha agito in modo responsabile e ponderato e ha dimostrato apertura al dialogo con tutti gli interlocutori, all'interno e all'esterno del paese.
È a disposizione sul sito della Commissione di Venezia anche il parere circa l'attuazione della Convenzione internazionale di Istanbul sulla violenza alle donne e ai minori:
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