Diaspora e Statalismo: Ambasciatori e Alto Commissario per la Diaspora Zareh Sinanyan
Il 31 agosto 2019, i partecipanti alla Conferenza annuale dei capi del servizio diplomatico presso l'ufficio centrale del ministero degli Affari esteri della Repubblica di Armenia e il ministro degli esteri hanno incontrato l'Alto Commissario per la Diaspora Zareh Sinanyan.
Il Ministro degli Esteri Zohrab Mnatsakanyan e l'Alto Commissario della Diaspora per le questioni sulla diaspora Zareh Sinanyan si sono rivolti ai partecipanti.
Sottolineando l'importanza dell'organizzazione realizzazione di una simile riunione, il Ministro Mnatsakanyan ha dichiarato:
Abbiamo avuto ampie discussioni all'interno del governo con il Primo Ministro su come si sta formando il sistema istituzionale di organizzazione del nostro lavoro con la Diaspora. Abbiamo fissato il principio del pan-armeno nella politica estera. Istituzionalmente, penso che abbiamo esperienza e memoria di prima mano. Le nostre ambasciate sono un collegamento diretto al nostro contatto quotidiano e diretto con la diaspora. L'immenso potenziale della diaspora si esprime sia nell'agenda di sviluppo dell'Armenia, nella formazione delle relazioni interstatali, sia nel suo ruolo di integrazione, sostegno e promozione del principio di armenia totale.
Dal canto proprio il Centro Studi Hrand Nazariantz avverte la pericolosità dell'applicazione del principio pan-armeno come derivante dalla statalizzazione della Diaspora. Sembra, infatti, che le autorità della Repubblica di Armenia vogliano azzerare l'autocefalia della Diaspora Armena facendone un soggetto statale da amministrare e dirigere. Ciò è impossibile per la natura stessa della condizione diasporica, di cui chi è sempre vissuto sotto il principi di una nazione sovietica prima e post-sovietica poi non sa nulla, e non ha forse gli strumenti per comprendere. Spesse volte con quell'autorità statale non si ha nulla a che fare, o non si vuole avere nulla a che fare, per situazioni passate o presenti, per atteggiamenti bizzarri o discutibili creati proprio dagli ambasciatori che dirigono le missioni diplomatiche armene nei singoli stati.
A molti di origine armena sembra ingiusto o inopportuno sottomettersi ad una realtà statale unica che spesso non si è mai curata dei problemi, dell'identità e delle istanze della Diaspora Armena se non per richiedere partenariati economici o altri benefit. Tanti in Diaspora si sono affermati a proprie spese e a caro prezzo senza che nessuno dalla Repubblica sovietica o post-sovietica intervenisse mai in loro sostegno.
Inoltre, molte delle comunità Armene della Diaspora in varie parti del mondo soggiacciono al divide et impera, a palesi atteggiamenti di preferenza e agli umori degli ambasciatori che oltre a essere straordinari sono anche - talvolta purtroppo - plenipotenziari, e che prima di amministrare qualcuno o qualcosa dovrebbero essere sottoposti ad accurata visita psichiatrica. Inoltre in molti casi, le lamentele contro gli ambasciatori sono fortissime proprio da parte della Diaspora, e tali lamentele in questi ultimi mesi sono rimaste lettera morta, per atteggiamento di autodifesa cautelare e garantismo da parte del Ministero Degli Affari Esteri della Repubblica di Armenia, o solo per mancanza di volontà di rispondere alle lettere cartacee o email.
Risulta, quindi, improvvido affidare la Diaspora dei singoli stati esclusivamente agli ambasciatori che dovrebbero perseguire solo gli interessi delle Repubblica e che talvolta non sono in grado di farlo per incompetenza o per cattiva volontà, finendo per rappresentare interessi altri, celandosi dietro uno statalismo burocratico patetico e surreale da repubblica sovietica o peggio, in esibendosi in situazioni kafkiane.
Il Pan-armenismo statalista rischia, infatti, ora come ora, di distruggere la millenaria Diaspora Armena con un unico colpo di vento.
Ci auguriamo, per questo, che il Ministro Mnatsakanyan e il varchapet Nikol Pashinyan possano, e vogliano, chiare le loro idee rendendo edotta la Diaspora Armena nel mondo, non solo sui loro programmi economici ma anche su quelli culturali e identitari, al fine di incentivare in tutti coloro che sono di origine armena di continuare a sentirsi parte di un Popolo Eletto.
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