Condanna delle azioni provocatorie del 27 e 28 luglio contro postazioni militari armene
Il 27 e 28 luglio, le forze armate dell'Azerbaigian hanno intrapreso azioni provocatorie nella parte nord-orientale della Repubblica di Armenia con il coinvolgimento di cecchini.
Tali azioni hanno provocato la morte di un soldato, Arman Bulghadaryan, di 24 anni e ferimento altri di due militari.
Si è trattato di violazioni intenzionali e provocatorie del cessate il fuoco, che è stato recentemente ristabilito il 29 marzo scorso durante il vertice di Vienna. Tali azioni si pongono in sfida alla dichiarazione rilasciata dai copresidenti del gruppo di Minsk dell'OSCE il 20 giugno, in cui le parti sono stati chiamate ad astenersi dalle violenze e a non utilizzare cecchini lungo la linea di contatto, e a preservare il confine internazionale.
Anche il Centro Studi "Hrand Nazariantz" condanna queste deliberate provocazioni unilaterali che reclamano vite umane e portano ad un inutile rischio di escalation delle violenze.
Ora non resta che piangere un'altra vita umana, un ragazzo di 24 anni di Vanadzor, che aveva terminato il servizio militare obbligatorio nel 2015, ma che per amore del padre e della Patria era tornato dalla Russia dopo un anno di trasferimento. Il padre della vittima è un ufficiale di Polizia del Servizio di Sicurezza nazionale.
Il sindaco di Vanadzor, Mamikon Aslanyan, dandone notizia alla stampa ha messo in luce come la famiglia Bulghadaryan sia composta da persone tradizionalmente dedite al lavoro e allo stato.
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