Eccola la tempesta di Mario Luzi
Eccola la tempesta,
è già nell’aranceto
tra i suoi pomi, le sue rame.
Furente il gelsomino,
a sprazzi, in quella raffica
acuisce il suo profumo,
esacerba il suo richiamo.
È tutto in agonia il giardino
che lui dal padiglione
sfiora appena
con i suoi occhi sultani adusati alle stagioni,
ai loro inganni,
consci dei molti rimescolamenti
dell’unico principio. Ibi ipse est
___________________________
There, the stormis already in the orange grove,
among its fruits, its branches.
The jasmine rages
fitfully, it sharpens
its fragrance in that blast,
redoubles its call. The whole garden is in agony
that he from the pavilion barely grazes
with his sultan eyes
used to the seasons, to their deceits, conscious
of the many shufflings of the only principle.
Ibi ipse est.
è già nell’aranceto
tra i suoi pomi, le sue rame.
Furente il gelsomino,
a sprazzi, in quella raffica
acuisce il suo profumo,
esacerba il suo richiamo.
È tutto in agonia il giardino
che lui dal padiglione
sfiora appena
con i suoi occhi sultani adusati alle stagioni,
ai loro inganni,
consci dei molti rimescolamenti
dell’unico principio. Ibi ipse est
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There, the stormis already in the orange grove,
among its fruits, its branches.
The jasmine rages
fitfully, it sharpens
its fragrance in that blast,
redoubles its call. The whole garden is in agony
that he from the pavilion barely grazes
with his sultan eyes
used to the seasons, to their deceits, conscious
of the many shufflings of the only principle.
Ibi ipse est.
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