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Storia di Agantangelo riveduta da Niccolò Tommaseo


All' 

EMINENTISSIMO PRINCIPE 
IL SIGNOR CARDINALE 
ANGELO MAI

Eminentissimo Principe,

Ad uomo che, tante cose antiche scoprendo, amplia agli uomini in campo di studi novelli, e degnamente adempie il ministero della scienza cristiana, ch'è riconciliare l'antico col nuovo, e non mettere l'uno con l'altro alle prese; verrà, speriamo, accetta l'offerta di un libro che narra della luce cristiana diffusa nella nazione nostra. Ad un uomo che con gli studi suoi rende il mio italiano ragguardevole a tutte le genti, verrà certo cara questa dimostrazione d'affetto che per mezzo nostro dà l'Armenia all'Italia, illustrandone nella lingua di lei un de' suoi storici, appunto in Italia nato, e narrante con evangelica schiettezza così le vergogne e i falli come il ravvedimento e la pietà del re cui serviva.

E perché questa non è dedica belle volgari, noi risparmiando alla modestia di V.E. le lodi, e lieti di poter ornare del nome di Lei queste pagine, con riverenza un anime ci diciamo

 Di V. Em.

Venezia 30 luglio 1843 

Umil. Dev. servitori
I MONACI ARMENI MECHITARISTI

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