Trenta anni dal Terremoto di Spitak-Gyumri
Trenta anni fa esatti alle 11:41 il 7 dicembre 1988 un terribile terremoto ha ucciso in Armenia più 25.000 persone provocando fino a 130.000 feriti e oltre 514.000 sfollati.
Tutto accadde in un lampo, come ha raccontato l'emozionante e realistico film «Երկրաշարժ» (Terremoto) del regista visionario Sarik Andreasyan nel 2016. In quest'opera il regista tratta, come in una sorta di "Ultimi giorni di Pompei" di Edward Bulwer-Lytton, le storie di vita quotidiana prima della grande catastrofe.
Molte di quelle case distrutte continuano a non esistere e la gente vive ancora nei container, come per il terremoto dell'Irpinia. L'Armenia il giorno dopo ripiombò in un incubo, un nuovo genocidio, un bombardamento a tappeto, a cui solo la fortuna, il caso o la provvidenza avevano sottratto i sopravvissuti.
Dov'era la Provvida Sventura di manzoniana memoria? Da nessuna. Da qualche giorno i Russi se ne erano andati, in fretta nessuno poteva dare una mano, l'intera regione era difficilmente raggiungibile. E via il sospetto postumo "lo hanno innescato i Russi", nulla di scientifico o di provato, ma solo un tarlo nella mente di qualche complottista.
Allora ci pensarono gli Armeni della Diaspora e tutti coloro che aveva a cuore la civiltà armena. I giovani da tutto il mondo arrivarono a dare l'ultima spallata solidale al ributtante regime comunista che aveva le ore contate. Azioni solidali contro il nulla prodotto da decenni di ateismo e ottusità sovietica e vinsero i giovani e l'Amore tra i popoli. Faceva freddo e c'era anche la neve. Dio sembrava essersi voltato dall'altra parte mentre uomini, donne e bambini restavano schiacciati sotto il peso degli enormi palazzoni.
Ieri sera a Jerevan in occasione del Trentesimo anniversario del terribile terremoto di Spitak-Gyumri presso il teatro dell'Opera di Jerevan è stato presentato "Il Giudizio universale" sulle note del Requiem di Giuseppe Verdi. Alla serata, organizzata dall'ambasciata Italiana a Jerevan, ha partecipato tra le altre personalità la Vicepresidente del Senato Paola Taverna.
Noi ci sentiamo di dedicare ai sopravvissuti alla tragedia di Spitak-Gyumri una straordinaria composizione del prof. Haig Zacharian, autore e docente albanese di origine armena tratta dal film "Dora e Ngrohtë".
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