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Per non dimenticare Vazgen Sargsyan


Oggi, 27 ottobre ricorre il 19° anniversario della terribile strage avvenuta nel Parlamento Armeno nel 1999. In essa fu brutalmente trucidato il Varchapet Vazgen Sargsyan, Eroe del Karabakh. Si tratta della pagina più nera della recente storia armena, preceduta per inaudita crudeltà solo dalle stragi del 2008 avvenute durante il governo dall'allora Presidente della Repubblica Robert Kocharyan. 
È colpevole lo stesso personaggio anche della strage del 1999? Ai posteri l'ardua sentenza.
Parlando con alcuni testimoni di quella strage abbiamo saputo che molti di loro furono fatti uscire dall'aula alcuni secondi prima che si iniziasse a sparare, altri non furono lasciati accedere e non fu specificato loro il motivo. 
Abbiamo, inoltre, saputo dalle stesse fonti che nei giorni precedenti  la strage ci sarebbe stato uno scontro personale fra lo Sparapet e i cosiddetti "Signori del Karabakh". La maggiore responsabilità morale di Vazgen Sargsyan è stata, infatti, quella di aver dato per anni troppa confidenza a questi turpi personaggi, facendoli accedere alle alte cariche delle stato. Si sarebbe trattato di un ceffone mollato dallo stesso Vazgen Sargsyan ad uno di loro in elicottero, lo schiaffeggiato avrebbe risposto stizzito e per questo ulteriormente deriso da molti. Promise vendetta inaudita e inesorabile. Molti di coloro che lo avevano ridicolizzato sarebbero morti nella strage del 27 ottobre 1999. 
Monumento a Vazgen Sargsyan
nel Sacrario Militare di Yerablur (foto di Carlo Coppola) 
Non possiamo dimenticare il dolore di Greta Mayrig, madre di Sargsyan, esempio fulgido delle virtù femminili armene e a lungo considerata tra le icone dello stato. Mamma Greta ci ha lasciati alla fine di maggio 2018 ed uno dei primi passi politici del Premier Pashinyan è stato quello di rendere omaggio a lei e alla sua famiglia.
In seguito alla morte di Vazgen Sargsyan, in molti subirono allontanamenti e licenziamenti da parte dello Stato. Tra di essi funzionari civili e ufficiali dell'esercito che in molti casi avevano la sola colpa di aver combattuto nello stesso Reggimento dello Sparapet. In molti, sopratutto coloro che erano stati resi permanentemente disabili dalla Guerra di Indipendenza, persero il lavoro e furono liquidati con una pensione minima di pochi euro. Una vergogna per una nazione che vuole dirsi civile e una grande ipocrisia, per un popolo che vanta il proprio erorismo militare.
Abbiamo avuto l'onore di porgere un fiore sulla tomba di Vazgen Sargsyan che si trova presso il Sacrario Militare di Yerablur e a quel luogo, che per noi è uno dei più mistici e profumati di santità dell'intera Armenia, abbiamo dedicato una poesia dal titolo A Yerablur dormono gli Eroi.
Chiediamo al Varchapet in carica e quelli che verranno dopo di lui il reintegro di tanti ufficiali e funzionari allora licenziati che in molti casi sono costretti a vivere lontani dalla Patria, per potersi permettere le cure relative a gravissime patologie sviluppate dopo la Guerra.  

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