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Erdogan fa intimidire e pecchiare le "Madri del Sabato"




Decine di arresti sono stati effettuati al raduno delle madri dei desaparecidos turchi durante la giornata di ieri.
Questa volta il satrapo e i suoi leccapiedi hanno usato lacrimogeni e proiettili di gomma contro la pacifica riunione di piazza. Durante il raduno giunto al 700° appuntamento sono stati richieste notizie dei quasi 800 i civili scomparsi nel nulla tra il 1992 e il 1996 e che come è noto erano stati prelevati dall'esercito e dalla polizia turca. Un metodo molto simile a quanto avveniva in America Latina tra anni Settanta e Ottanta e a cui la civilissima Europa non si è mai opposta esplicitamente lasciando che gli autori delle gravi violazioni dei diritti umani non solo circolassero liberi di agire ma lo facessero anche coperti dai servizi segreti di vari paesi. La chirurgica precisione nella replica dei metodi di repressione, e il simile modus operandi potrebbero far pensare che le autorità turche abbiano ben studiato la lezione videliana o quella di Pinochet.
Ieri mattina come accade in 700 occasioni, la polizia turca ha caricato con gas lacrimogeni e proiettili di plastica i manifestanti si riuniscono come le "Madres" di Plaza de Majo, in una gruppo chiamato le "Madri del Sabato", che si radunano a Galatasaray, centro di Istanbul.
A supporto delle madri del sabato anche tanti giovani e familiari di persone scomparse in particolare nel sud est della Turchia costellato da minoranze Curde e cripto cristiane.
Ieri la polizia turca si è, però, data particolarmente da fare in una operazione che ha dimostrato la limpida determinazione di uno stato ormai totalmente autarchico, gestito da personaggi in stato di periodica auto-esaltazione, effetto, come molti commentatori sostengono, di abuso di psicofarmaci e potenti medicinali anti-epilessia.
La gente di Galatasaray continua a chiedere ai padroni del paese che sia luce sulla sorte di familiari e amici, o che siano almeno restituiti i loro corpi su cui piangere. Infatti, come in America Latina voci interne ai servizi turchi fanno peridicamente sapere, anche a pagamento, la sorte delle persone uccise e fatte a pezzi nei modi più strani e fantasioni che una mente sana è incapace di immaginare. Tali metodi dimostrano comunque mancanza di empatia, oltre che di assoluta assenza di rispetto per la persona umana. Si sarebbero, infatti, imitate e superate le torture latino americane, con il fuoco e con gli animali, i lanci di sacchi contenenti persone ancora vive dai portelloni degli aerei cargo, le esplosioni "casuali" di automezzi della polizia e non, contenenti persone vive o morte.
Ieri mattiana la polizia ha arrestato decine di manifestanti, anche le stesse "madri del sabato", decine di persone in età avanzata e anche numerosi giornalisti, nella certezza della totale impunità internazionale delle proprie azioni repressive.
Tra i giornalisti prelevati anche Faruk Eren, presidente del sindacato dei giornalisti Disk. Egli ha rivendicato la richiesta pacifiche di notizie sulla sorte di suo fratello Hayrettin Eren, scomparso il 21 novembre 1980 dopo un fermo di polizia. Tra i manifestanti sono intervenuti anche i deputati Garo Paylan, Huda Kaya e Ahmet Sik, che si sono qualificati agli ufficiali di polizia e sono stati affrontati spavaldamente dalle forze dell'ordine incuranti di ogni tipo di immunità del ruolo parlamentare.

Che si sia trattata dell'ennesima prova dei muscoli da parte delle autorità sarebbe testimoniato dal fatto che le persone arrestate sono state prima trasferite in ospedale dopo essere state violentemente strattonate e manganellate, per poi essere interrogati dalla polizia. Sono quindi state rilasciate a fine giornata.