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Non siamo nella posizione di dover chiedere la pace


«La posizione costruttiva dell’Armenia non dovrebbe far equivocare che l’Armenia si presenti come la parte richiedente la pace. Consiglierei all’Azerbaijan di non essere così sicuro di avere controllo sulla questione dell’inasprimento della situazione militare. D'ora in avanti non sarà così scontato, da parte dei mediatori internazionali riuscire a convincere la parte armena a cessare le azioni di controffensiva, qualora l'Azerbaijan iniziasse nuovamente le azioni militari. Nel caso in cui l’Azerbaijan dovesse ripetere lo scenario di aggressione dell’aprile 2016, la parte armena potrebbe, infatti, non astenersi dall'usare tutti i mezzi presenti nel suo arsenale militare per reagire vigorosamente e con determinazione su larga scala. Non permetteremo all’Azerbaijan di decidere il luogo, il momento e la gradiualità dell’inasprimento della situazione․Per ogni tipo di arma, ce n'è una in grado di contrastarla, e il versante armeno non se ne sta immobile a far nulla. Siamo preoccupati dalle fonti di acquisizione di questi armamenti. I paesi che sono alleati e partner dell'Armenia vendono armamenti a uno stato che ha ambizioni territoriali non solo in relazione a parti separate della nostra Repubblica, ma anche in relazione alla capitale. In particolare, i copresidenti del gruppo di Minsk dovrebbero astenersi dal vendere alcuni tipi di armamenti all'Azerbaigian. Infine, veniamo alla domanda: perché dovremmo prima rompere l'equilibrio militare tra le parti e poi provare a ripristinarlo»

Davit Tononyan 
Ministro della Difesa della Repubblica d’Armenia


tradotto dall'Armeno da
Grigor Ghazaryan