La Turchia sparge fake news contro il Genocidio Armeno
Il 24 aprile 2016, un aereo acrobatico ha rilasciato alcuni con fumogeni niente affatto criptici nel cielo di Manhattan, al centro New York City.
L'aereo ha creato le scritte “GR8 ALLY:TURKEY”, “STOP: PYD:PKK:ASALA: DAESH”, “RUSSIA+ARMENIA”, e ancora “# LET HISTORY DECIDE”, e inoltre “101 YEARS OF GENO-LIE” e infine come se ancora non bastasse viene creato un sito web FACTCHECK ARMENIA.COM, di cui abbiamo verificato di persona l'esistenza talmente odioso che andrebbe bloccato dalle autorità di controllo del web. Si è, quindi, trattato di ridicolizzare attraverso il volantinaggio 100 anni di storia e ricerche per promuovere il negazionismo dello sterminio di un milione e mezzo di armeni da parte dell’impero ottomano tra il 1915 e il 1916. Il sito in questione è stato pubblicizzato anche sui risultati di Google per le query di ricerca sul Genocidio Armeno.
Si tratta dell'ennesima mossa della potente lobby del negazionismo turco, che non viene più animata - o forse non lo è mai stata - da quattro gatti randagi o corvi spennacchiati ma da denari che circolano vorticosamente rimpolpando le casse dei partiti politici di mezzo mondo. Oggi sappiamo che tali partiti politici ricevono soldi non hanno un unico colore, ma di questa rete fanno parte tanto partiti conservatori che progressisti con eccezioni fatta per qualche partito populista che non rientra nelle dinamiche classiche della corruzione avendo strutture spesso anarchiche e difficili da cogliere per chi come l'attuale governance turca punta a banalizzare la politica altrui nel tentativo di attraverso la forza della corruzione o di strutture autoritarie.
La battaglia ideologica si trasferisce sempre più sul web nel tentativo di sfruttare le armi del complottiamo, della menzogna, insomma della propaganda 2.0.
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