Scontri a Yerevan: hanno tutti ragione?
statua di David di Sassun a centro di Yerevan |
Un tassista sul cui taxi ero salito negli scorsi giorni, invalido di terzo grado della guerra in Nagorno Karabakh, anch'egli costretto a lavorare senza tempo, ad oltranza, nella quasi nullità delle tutele assicurative e previdenziale - come tutti coloro che vogliono sopravvivere in Armenia - parlava del fatto che la folla avesse preso la guardia del corpo del Capo della Polizia e l'avesse crocifissa. Notizia anche questa non confermata. Così le leggende metropolitane da una parte e dall'altra si sono moltiplicate in queste ultime tre settimana fino a che il Presidente della Repubblica non è stato ritratto, satiricamente ma non troppo, come membro di un quartetto formato da Talaat, Enver e Cemal, ovvero il gruppo dirigente del Comitato Unione e Progresso, meglio noti come Partito dei Giovani Turchi.
Sta di fatto che oggi in Armenia ci vuole moderazione da tutte le parti mentre ai confini i nemici dello stato gongolano per la situazione. Non è un caso che tutto abbiamo avuto inizio il giorno dopo la dolorosa e terrificante pagliacciata del golpe turco e che molti giornali abbiamo immediatamente spostato la loro attenzione sull'Armenia non potendo dire troppo male del loro co-finanziatore e satrapo turco. Anzi tutta la situazione in Armenia appare sempre più chiaramente dettata da elementi eversivi esterni pronti ad accende la miccia in qualsiasi momento.
Il caviale azero è molto appetibile e soprattutto è sempre più evidente che dietro ai disordini in Armenia ci sia il marchio della CIA in posizione anti-sovietica e filo-azera.
Questo dimostra due cose differenti che gli accordi con la RUSSIA non portano nulla di buono all'Armenia e che gli Stati Uniti hanno interessi ancora troppo forti nell'area caucasica e che qualunque sarà l'esito delle elezioni presidenziali americane nessuno stato sarà al sicuro fino ad allora, volendo entrambi i contendenti e soprattutto la Clinton, dimostrare di poter essere determinanti per le sorti del mondo.
Simbolo del nuovo soggetto politico Unity Party. |
In tutta questa confusione in Armenia un nuovo partito politico si accredita a poter essere il nuovo ago della bilancia lo UNITY party, presieduto da Vartan Oskanian, ex Ministro degli Esteri, e al quale fanno capo vari importanti analisti e politologi armeni tra cui l'ex Ambasciatore della Repubblica di Armenia in Italia Rouben Karapetyan.
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