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Alla cara memoria di Amedeo Rainone, mio bisnonno

Alla cara memoria del mio bisnonno Amedeo Rainone che mi dispiace di aver conosciuto per poco tempo che mi donò il disco di questa canzone; per non dimenticare che anche in Panni (Fg) sono le mie origini.
 Il mio bisnonno, quando lo conobbi tardivamente nell'estate del 1984, mi apparve come un tenace vecchietto, lui che da giovane si era arruolato volontario in quel che restava delle truppe garibaldine, che conservava valorosamente la maschera antigas da guerra, e la camicia nera, e contemporaneamente il santino di Carlo Marx e che era al contempo anche un nobile decaduto. Allora mi apparve come la controfigura di Edoardo de Filippo, e così ancora qualche modo lo ricordo ogni volta che vedo in televisione Edoardo da vecchio. 
Ricordo anche quando una volta per il raduno dei bersaglieri a Bari mi porto alla sfilata lo ricordo anche ogni volta che vedo i bersaglieri per strada con il loro pennacchio sul cappello, niente a che vedere con le piume di struzzo con cui qualche fanatico del transgender vorrebbe identificarli per insulto. Correvano i vecchi e i giovani, e in quel caso il nonno Amedeo estrasse dalla tasca non so quale distintivo o medaglia che appese alla giacca. Ed io  inventai nell'euforia un grido di saluto che ripeteva soprattutto quando passavano i vecchi dell'età del mio bisnonno: "Bravi bravissimi issimi issimi". 
Non ricordo che anno fu ma probabilmente dovette essere di primavera o autunno, credo nel 1985. Vorrei scrivere questa messaggio a coloro che non hanno conosciuto il nonno Amedeo. Il ricordo che si ha di lui potrebbe essere di una persona che pensava a cose di un tempo andato o che in apparenza non stavano più né in cielo né in terra. Era il suo momento che forse non c'era più, o lui era stato sempre sospeso tra un presente quello del 1986 quando morì ed uno finito quando lui era ancora giovane. A lui il mio affettuoso ricordo.

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