L'avvocato Amal Alamuddin Clooney difende il popolo Armeno
Amal Alamuddin, avvocato di origine Drusa. |
La nota avvocato Amal Alamuddin, moglie del noto attore e regista americano George Clooney, è presente nella lista dei legali costituitisi parte civile a favore dell'Armenia davanti alla Corte Europea per i diritti umani di Strasburgo.
Amal, di appartenente ad una nota famiglia di avvocati di origine drusa, è una patrocinate specializzata in diritto internazionale e si occupa in questo caso, di una causa di appello contro il politico nazionalista turco Dogu Perincek che nel 2005 definì l'idea del genocidio armeno una "menzogna internazionale".
La corte europea - cui si appellò Perincek - ribaltò la sentenza a favore del politico turco di cui - si disse - era stata violata la libertà di espressione.
Le autorità elvetiche, però, hanno chiesto che il caso fosse riesaminato.
Ed è il procedimento che è stato avviato oggi.
Non è un caso che l'avv. Amal Alamuddin si occupi della causa Armeni, infatti, è lontana parente della famiglia di Jakob ed Elisabeth Kunzler, coniugi svizzeri che si dedicarono alla salvezza dei bambini Armeni.
Durante la Prima Guerra Mondiale, Künzler e sua moglie si occuparono da soli dell’ospedale di Urfa fino al 1922 e furono testimoni oculari dei massacri degli Armeni, in particolare dell’episodio dell’eroica resistenza di Urfa (29 Settembre-23 Ottobre 1915) che si concluse con la distruzione e lo sterminio dei membri della comunità armena locale. I Künzler, esponendo sé stessi al pericolo, prestarono aiuto a un grande numero di Armeni, assistendo malati e feriti e salvando moltissimi orfani. Jakob Künzler raccontò la sua esperienza nel libro “Im Lande des Blutes und der Tränen” (Nella terra del sangue e delle lacrime) che pubblicò nel 1921 e divenne il più documentato resoconto dei fatti avvenuti in Urfa durante il Genocidio. Nel 1922, dopo la chiusura del loro ospedale, organizzarono il trasferimento di oltre 8000 orfani armeni verso la Siria, regione sotto il mandato francese, di cui faceva parte anche il Libano. Per la loro instancabile opera di aiuto e soccorso, Jakob ed Elisabeth Künzler vennero chiamati affettuosamente “Papà e Mamma Künzler”, soprannome che conservarono per il resto della loro vita.
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