L’INFERNO E LA FANCIULLA a Sassuolo
La Piccola Compagnia Dammacco presenta
L’INFERNO E LA FANCIULLA
L’inferno e la fanciulla andrà in scena a Sassuolo (MO)
presso il Teatro Temple (Casa nel parco) in Largo Bezzi n. 4
venerdì 21 e sabato 22 novembre 2014 alle ore 21:00
Per informazioni e prenotazioni:
Temple Bar
Davide Ghirardelli 340 504 20 53
L’inferno e la fanciulla andrà in scena anche in Slovacchia il 27 novembre 2014 alle ore 19:00 presso Zahrada (Banská Bystrica) e il 28 novembre 2014 alle ore 18:00 nell’ambito di PAN - Festival of Pantomime and Nonverbal Theatre (Liptovský Mikuláš).
L’inferno e la fanciulla
con Serena Balivo
ideazione, drammaturgia, colonna sonora Mariano Dammacco, Serena Balivo
regia Mariano Dammacco
collaborazione Carlo Quartararo
immagine di locandina Stella Monesi
foto di scena Mara Lombardi
produzione Piccola Compagnia Dammacco
progetto sostenuto da Cantiere Campsirago 2014-2016 Residenza Campsirago
Primo studio vincitore del Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro 2011
L’inferno e la fanciulla è un monologo con drammaturgia originale composta da Mariano Dammacco insieme all’interprete Serena Balivo. I linguaggi scelti sono quelli dell’allegoria e dell’umorismo, affiancati da una lingua altra, poetica, a fare da contrappunto. In scena, l’attrice interpreta una surreale bambina, la Fanciulla, e conduce gli spettatori in un suo personale viaggio all’inferno, non l’inferno delle anime dannate, bensì l’inferno che a volte ci sembra di vivere nella nostra quotidianità. Si tratta, in realtà, di un viaggio alla ricerca di una propria dimensione di adulto. Gli spettatori assistono al confronto della Fanciulla con le aspettative e le speranze riguardo la sua vita futura, con le difficoltà e le delusioni legate alla ricerca di qualcuno che le sia affine. E ancora, la Fanciulla conoscerà la paura e l’insofferenza per l’autorità e scoprirà di essere capace di sentimenti negativi quali la rabbia o la misantropia. Infine, lo spettacolo svelerà che il vero e proprio inferno sulla terra della protagonista, o forse di molti di noi, sta nel rischio di non raggiungere mai una condizione di adulto, di restare nella condizione di figli e restare imprigionati in una proiezione mentale di se stessi adulti senza che questa si concretizzi mai in realtà. Lo spettacolo si svela gradualmente come una sorta di manifesto delle ultime generazioni fino ad affermare che l’inferno è la fanciulla.
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