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Pensieri sull'areo abbattuto in Ukraina [di Carlo Coppola]

La notizia dell'aereo civile precipitato in Ucraina, abbattuto, desta sconcerto non inferiore alle porcate agite da Israele contro la Palestina. Purtroppo questo e' solo un sassetto nello stagno di una situazione mondiale esplosiva, in cui quando vi e' una crisi economica esplodono nazionalismi e odi di vario livello, religioso, etnico e ideologico. Chi cavalca l'onda dell'odio? Chi ha interesse a cercare di spostare continuamente l'attenzione da un nemico ad un altro distraendo l'opinione pubblica mondiale con immagini di odio, bambini squartati, con crani fracassati, petti squarciati, e sbudellamento a vari livello?
Alcuni paesi cercano di comprare con gli strumenti che hanno a disposizione gli interventi dell'opinione pubblica, l'indignazione e le lacrime delle prefiche. 
Cosi ieri e' accaduto ancora, la tecnica classica  quella del depistaggio propria di alcuni uffici dei servizi segreti, che non hanno perso il vizio di capitalizzare gli sguardi e le lacrime dell'impotenza del mondo. Infatti oggi leggiamo su La Repubblica

E' un boeing malese Amsterdam-Kuala Lumpur, centrato da un missile Buk: nessun sopravvissuto. Il presidente Poroshenko: "Atto terroristico, sono stati i separatisti". Gli 007 di Mosca sotto accusa. I filorussi, che ora chiedono una tregua, negano. Durissimo Putin: "La colpa è di Kiev". Obama: "Tragedia orribile". Renzi: "Drammatico". Crolla Wall Street. Trovata una scatola nera. L'Eurocontrol chiude lo spazio aereo.

Eppure in quattro righe mancano i veri protagonisti quelli che da questa situazione hanno solo da guadagnarne. I paesi mediorientali che ormai dagli anni Settanta governano le sorti e i destini del Mediterraneo e non solo, e che hanno fatto del rapimento e uccisione del presidente Aldo Moro la chiave di volta della loro politica di sovversione e delegittimazione dei governi nazionali legittimi. L'unica differenza e' che agli interessi della Libia di Gheddafi si sono sostituiti altri come i turco-azerij e l'OLP di Jasser Araf non esiste più come lo si conosceva allora.
Saltata l'Unione Sovietica, e sotto la singolare minaccia, dei buffi satrapi sanguinari da Putin a Aliyev, meno eccentrici e più sobri di di Colonnelli e Cammellieri da operetta, Israele sostituisce e compra l'appoggio di tutti gli altri sopratutto dei cittadini più afflitti delle ex repubbliche sovietiche. Le democrazie oligarchiche post sovietiche si erano dimenticate di ideare ad uno "Stato Sociale" degno di questo nome, a cui in qualche modo seppur indiretto provvedono il signor Putin e lo stato di Israele. Tel-Aviv sembra stabilire cosi un strano patto di non belligeranza con Putin e un patto di amicizia con le popolazioni a lui soggette indirettamente. 
Putin dal canto suo fomenta il nazionalismo interno per rifare l'ex URSS ma senza quell'assistenzialismo elemosiniero che veniva dal welfare proprio del Socialismo (sur) Reale. Il risulto le popolazioni ingenue credono e sperano nella Russia come liberatore da tutti i loro nemici, veri o solo presunti. Quest'uomo buono, questo novello san Giorgio - che le genti transcaucasiche vedono come liberatore dal drago antico e moderno con baffi lunghi e ritorti e scimitarra in mando - non eviterà un altro genocidio di tutti contro tutti. 
Questa volta tutte le popolazioni transcaucasiche rischiano più seriamente che in passato di essere spazzate via per sempre e costrette all'assimilazione tra lune intere, mezze e pluristellate. 
Tra tutti questi l'America assiste sorniona pronta ad appoggiare tutti - amici nuovi e vecchi - mentre l'Europa dimostra di non esistere, come e Israele ricorda a tutti quanto sia esperto nell'attirarsi gli odi del mondo intero.

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