Ilham Aliyev dall'Azerbaijan a Roma dal 13 al 15 luglio 2014
L'ex presidente della Russia Dmitrij Anatol'evič Medvedev tra Serj Sarkisyan (Armenia) e Ilham Aliyev (Azerbaijan). È questo l'unico scenario diplomatico possibile? |
Il Centro Studi Hrand Nazariantz di Bari, attraverso il suo consiglio direttivo e i suoi soci, confida e preme sulle parti in causa a favore della pace - secondo i dettami della Costituzione della Repubblica Italia - per la risoluzione pacifica delle controversie internazionali. Repubblica di Armenia e di Repubblica di Azerbaijan non hanno bisogno di tregue armate, ma di pace duratura, superando conflitti particolari per motivi economici e territoriali che tanto dolore e sangue costano alle popolazioni civili. Il carattere antidemocratico e dittatoriale dell'Azerbaijan è ampiamente riconosciuto dalla comunità internazionale che mostra atteggiamenti tuttavia tiepidi e altalenanti verso questo stato e la sua azione politica interna ed estera. Per queste ragioni la presenza del suo rappresentante egemone in visita di stato a Roma, rappresenta, per l'intera Repubblica Italiana, una macchia sul piano internazionale, particolarmente grave nel momento in cui l'Italia svolge il suo semestre di presidenza del Consiglio Europeo.
Il Centro Studi Hrand Nazariantz si propone, anche in questo caso, come portatore e diffusore di "buone pratiche" ed offre i propri sforzi e le proprie risorse per la pace!!!
ԻՏԱԼԻՈՅ ՀԱՅՈՑ ՄԻՈՒԹԻՒՆ
UNIONE DEGLI ARMENI D’ITALIA
COMUNICATO
Alla vigilia della visita del Presidente dell’Azerbaijan Ilham Aliyev a Roma (13-15 luglio 2014), Noi Unione degli Armeni d’Italia, in rappresentanza dei cittadini italiani di origine armena, desideriamo manifestare la nostra preoccupazione per gli scontati tentativi del regime azero, tra i più autoritari e liberticidi nel mondo, di far prevalere gli interessi economico-energetici sulle palesi violazioni dei diritti umani e sui continui soprusi ai danni di giornalisti e attivisti politici in Azerbaijan.
Esprimiamo inoltre il nostro sdegno per la diffusione in Italia da parte delle autorità azere di una campagna armenofoba contro una minoranza già vittima di un genocidio nell’Impero Ottomano, volta anche a minare gli sviluppi del negoziato di pace sul conflitto del Nagorno Kharabakh, attualmente in corso con la mediazione dell'OSCE.
Noi Unione degli Armeni d’Italia, abbiamo apprezzato gli sforzi compiuti dalla diplomazia italiana nei primi anni ’90 durante il conflitto del Nagorno Kharabakh ed il successivo approccio costruttivo nel riconoscere al Gruppo di Minsk dell’OSCE il mandato per la risoluzione pacifica del conflitto dopo la tregua firmata nel 1994. Al fine di garantire la sicurezza regionale del Caucaso in assenza di una missione di pace con forze di interposizione tra le parti, il gruppo di Minsk - composto da rappresentanti di Francia, Stati Uniti e Federazione Russa - ha costituito e costituisce ancora l’unica garanzia contro l’escalation militare che il Presidente Aliyev minaccia costantemente nelle sue dichiarazioni pubbliche, come accaduto recentemente durante l’incontro annuale con il corpo diplomatico azero il 7 luglio 2014 (http://en.president.az/articles/12264). La stessa Unione Europea, di cui l’Italia detiene ora la presidenza di turno, ha più volte reiterato la necessità di giungere ad una risoluzione negoziata del conflitto che non contempli in alcun modo l’uso o la minaccia dell’uso di forza e si basi inoltre sui principi dell’autodeterminazione dei popoli e dell’integrità territoriale.
La presenza della comunità armena in Italia affonda le sue radici al I° secolo a.C. e si consolida con l’arrivo dei sopravvissuti al genocidio armeno del 1915. L’Italia ha ospitato, ascoltato, confortato chi da profugo è arrivato e gli armeni hanno ricambiato questa ospitalità contribuendo con resilienza e volontà di riscatto alla società italiana del ventesimo secolo umanamente, culturalmente e imprenditorialmente.
Noi Unione degli Armeni d’Italia, ci rivolgiamo perciò alle Istituzioni italiane, alla società civile e alla stampa affinché sia mantenuta alta la vigilanza contro i rischi derivanti dalla campagna discriminatoria e guerrafondaia del Presidente Ilham Aliyev.
È crescente la nostra preoccupazione, anche in termini di sicurezza fisica, per l’inasprimento dei toni
della propaganda azera ostile all’Armenia e alla sua Diaspora che fa, indistintamente, di ogni armeno un
nemico da abbattere.
Siamo comunque fiduciosi che le Istituzioni italiane, la società civile e la stampa, continueranno a impegnarsi nella lotta contro l’armenofobia, come già fanno contro la xenofobia e il razzismo. Noi Unione degli Armeni d’Italia, forti del nostro ruolo nella storia italiana, siamo certi che i tentativi del regime azero di politicizzare in chiave antiarmena la cooperazione italo-azera in ambito energetico non troveranno terreno fertile né in campo politico né nell’opinione pubblica.
Milano, 10 luglio 2014
LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MATTEO RENZI IN OCCASIONE DELLA VISITA IN ITALIA DEL PRESIDENTE AZERO ILHAM ALIYEV
Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” ha inviato al presidente del consiglio Matteo Renzi il seguente messaggio in occasione della prossima visita in Italia del presidente della repubblica dell’Azerbaigian Ilham Aliyev.
Signor Presidente del Consiglio,
tra pochi giorni sarà in Italia per una visita ufficiale di stato il Presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev. Leggiamo dalle anticipazioni di stampa che giungerà nel nostro Paese per firmare importanti contratti economici. Quello del petrolio e del denaro è d’altronde l’unico strumento a disposizione dell’Azerbaigian per ottenere una ribalta internazionale. Da sempre, infatti, “pecunia non olet”.
E noi non ci permettiamo certo di discutere le opportunità economiche dell’Italia, anche se riguardano il controverso progetto TAP.
Ricordiamo però a noi stessi che l’Azerbaigian è agli ultimissimi posti nelle classifiche mondiali sulla libertà di informazione, che decine di giornalisti ed intellettuali azeri sono rinchiusi nelle carceri, che la tutela dei diritti umani è costantemente in peggioramento come evidenziato dagli ultimi drammatici rapporti delle organizzazioni internazionali, che l’Azerbaigian è indicato tra i paesi più corrotti e corruttori al mondo (al punto che il suo presidente è stato insignito nel 2013 dalla Organized crime and corruption reporting Project del titolo di “corrotto dell’anno”).
Non dimentichiamo come la cosiddetta “Politica del caviale” (sinonimo di corruzione e malaffare azero) si sia introdotta purtroppo, in maniera spesso subdola, anche in Italia.
E non dimentichiamo soprattutto come l’Azerbaigian continui ad infiammare il Caucaso meridionale cercando una soluzione bellica al problema del Nagorno Karabakh, spendendo miliardi di dollari per acquistare armi, continuando ad uccidere ragazzi armeni lungo il confine con l’Armenia e con la repubblica del Nagorno Karabakh contro la quale, a venti anni di distanza dalla firma del cessate il fuoco (dopo la guerra scatenata e persa dagli azeri stessi) non cessa l’azione violenta per annullare il suo democratico diritto di avere un futuro di pace e libertà.
E, soprattutto, signor Presidente del Consiglio, non possiamo dimenticare come il Suo prossimo interlocutore abbia ripetutamente additato gli armeni, in ogni parte del mondo, come “un nemico principale da abbattere”.
Ecco, come italiani di origine armena, chiediamo che le nostre istituzioni ci siano vicine e non facciano da cassa di risonanza al nazionalismo guerrafondaio, razzista, armenofobo ed antidemocratico del dittatore Aliyev.
Gli affari sono affari, ma libertà, democrazia e diritti umani sono ben altro. E l’Italia non può dimenticarlo.
Grazie per la Sua attenzione e buon lavoro.
Con i migliori saluti
Consiglio per la comunità armena di Roma
www.comunitaarmena.it
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