Hrand Nazariantz 1962-2014. Ricordo nell'Anniversario della nascita
Quando
i grandi uomini ci lasciano, per lo più tardi, ne iniziamo a sentire la
mancanza, il desiderio, profondo come un disagio, necessitante come una
preghiera detta da un bambino inconsapevole al suo Creatore.
Qualunque sia il pensiero sull'arte e sulle sue declinazioni, oggi pare indubbio che uomini come Hrand Nazariatz
possano toccare il suolo terrestre con estrema rarità. Poeta, letterato
e giornalista, esule e profugo, animatore culturale e promotore della
venuta in Italia di almeno 500 uomini, donne e bambini di etnia, lingua,
religione e cultura armena tra il 1913 e il 1930, Nazariantz ebbe la
capacità di attirare su di sè ampi consensensi e atroci dissenzi. Amato,
odiato, osannato e vilipeso per i suoi ideali Cristiani e Laici di
Pace, Amore, Fraternità e Giustizia per tutta l'Umanità, Nazariantz non è
solo l'esempio più fulgido della possibilità di sopravvivere ad un
Genocidio quello del popolo Armeno, ma anche possibilità di adattamento abilite e discreto alle necessità del dopo.
Tra coloro che lo conobbero c'è chi lo ricorda come un uomo alto e magro sempre fumante, o con i vestiti impregnati del fumo di sigaretta, i capelli lunghi poco consoni ad un uomo italiano all'epoca, come un vecchio che dispensava insegnamenti ai bambini, e ai giovani che sul finire della sua esistenza lo vollero come maestro, amico e sodale. Altri ne ricordano la voce calda e sensuale, appassionante quando lavorava per Radio Bari, con un leggero accento che dava sul francese. Non era un uomo bello, forse, ma affascinante senza dubbio.
Tra coloro che lo conobbero c'è chi lo ricorda come un uomo alto e magro sempre fumante, o con i vestiti impregnati del fumo di sigaretta, i capelli lunghi poco consoni ad un uomo italiano all'epoca, come un vecchio che dispensava insegnamenti ai bambini, e ai giovani che sul finire della sua esistenza lo vollero come maestro, amico e sodale. Altri ne ricordano la voce calda e sensuale, appassionante quando lavorava per Radio Bari, con un leggero accento che dava sul francese. Non era un uomo bello, forse, ma affascinante senza dubbio.
Nacque
da ricca famiglia a Costantinopoli in un anno imprecisato tra il 1877 e
il 1886. La vulgata contemporanea propende per il 1886, sulla base di
alcune dichiarazioni dello stesso Nazariantz che più volte pubblicamente
e privatamente alterava la fatidica data, ma è più probabile che fra le
tante date quella del 1880 sia la più attendibile per una serie di
informazioni incrociate, rivelate sopratutto negli ultimi anni dal
confronto di fonti e studi specifici in lingua armena e in lingua
italiana.
Dopo una vita attiva ed operosa morì vecchio, povero e molto malandato nel policlinico di Bari, assistito dalla seconda moglie Maria Lucarelli e dal prof. Arthur Timurian, allora giovane medico.
Vogliamo
ricordarlo come sempre con semplicità. Ieri due Armeni e un Italiano si
sono recati in preghiera sulla sua tomba al Cimitero di Bari. Oggi e
nel prossimi giorni altri accorreranno per augurare alla Sua Anima
immortale l'Eterno Riposo e porgere un fiore.
Di
qualunque confessione religiosa siate, e anche se non vi è dato il Dono di nessuna Fede, chiediamo a chi legge un pensiero di Pace, Amore e Fratellanza per Hrand Nazariantz, che per lui sia leggera la terra e che continui ad
esserlo per tutta l'Eternità.
AMEN
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