Famosa Lettera del Vescovo Der Abrahamian a Papa Benedetto XIV
Alla Santità di Nostro Signore
Papa Benedetto XIV,
felicemente regnante
Roma, Vaticano
Beatissimo Padre,
Mons. Sergio Der Abrahamian Arcivescovo di Calcedonia degli Armeni |
I valorosi soldati del nostro Impero Russo col prezzo del loro sangue hanno preso
Erzerum, e tutta la provincia con essa, dalle mani del governo ottomano. Dopo ciò
sono stati purtroppo ben verificati i lugubri racconti degli uomini massacrati, delle
donne violate, delle signorine rapite, strascinate, condotte per forza, delle case
saccheggiate e bruciate, di villaggi interi distrutti, ecc. Gli orrori commessi su quella
terra infelice da musulmani fanatici ed assetati di sangue cristiano, da soldatesche
indisciplinate e feroci, fanno drizzare sulla testa i capelli. Gli armeni cattolici pure
sono stati in balia del barbarismo turco, che ha fatto ciò che ha voluto. Lagrimevol desolazione avvenne in Ardanuce, Satlel e Artvin, sotto la mia giurisdizione. Orribile
massacro nei giorni 17-18-19 e 20 dicembre dell’anno 1914. Quando i nostri valorosi
Cosacchi hanno ripreso Ardanuce, Satlel e Artvin nel principio di gennaio dell’anno
1915, allora si è verificato che i barbari musulmani hanno martirizzato con ogni specie
di torture il parroco armeno cattolico di Ardanuce Don Emmanuel Giukhunian coi
suoi 136 parrocchiani uomini, poiché non hanno voluto negare la fede cattolica.
Egualmente è stato martirizzato coi suoi più di 200 parrocchiani cattolici armeni il
parroco di Satlel Don Simeone Rostomian, con indicibili tormenti di petrolio; però
non hanno potuto far negare la religione cattolica. Così anche a Artvin hanno
ammazzato e strangolato 25 uomini; e se non fossero arrivati i nostri soldati russi e
non avessero preso Artvin peggio sarebbe il loro stato.
Ora dopo la presa di Erzerum, di Musce, ecc., si sentono, si verificano cose
terribili, e le vittime sono in numero spaventevole. Non vi è nessuno armeno cattolico,
né vescovo, né prete, né popolo... Troppo in lungo andrei se volessi riferire quanto mi
è venuto sott’occhio nei giornali e nelle lettere dei privati, e ciò che raccontano quei
pochissimi testi oculari fugitivi. Dappertutto la stessa desolazione in Turchia, quei
pochi che hanno potuto miracolosamente liberarsi dalle barbare saette ottomane e si
sono ricoverati sotto la bandiera Russa nel Caucaso ed altrove, sono stati
benevolmente accettati dal nostro governo russo e vivono felici e fortunati e soccorsi.
Quei però che si trovano ancora sotto la tirannia musulmana e sono esiliati qua e là
Dio sa dove, non si sa in quale misera condizione si trovino!
Accludo qui una lettera in lingua russa in cui poveri cattolici armeni di Khotorgiur
dalla provincia di Erzerum, i quali uomini da molti anni vivono in Russia ed hanno i
loro impieghi qui in Russia, però le loro famiglie si trovavano in Turchia a Khotorgiur,
questi poveri col cuore in bocca mi domandano di procurare per quale modo che sia
possibile una notizia certa. Io ieri ho scritto all’ambasciatore di Spagna di Pietrograd
presso l’Imperiale Governo nostro, per [il] di cui mezzo forse si potrà avere qualche
notizia. Si dice che gli armeni cattolici di Khotorgiur, col vicario generale Turscian e
coi 24 preti armeni cattolici ed anche il vescovo Melkesedekian, si trovino ossia siano
esiliati alla città di Akn (ovvero Akin); secondo altre notizie o a Sivaz (Sebaste) o a
Mossul in Messopotamia; e non sappiamo se siano vivi o massacrati.
A Khotorgiur si trovano nove magnifiche chiese cattoliche armene, oltre le
cappelle ed altri luoghi sacri. A Erzerum ci sono la chiesa cattedrale, la chiesa dei
Cappuccini, l’Episcopio, le scuole, case, magazzini, ecc., ecc. appartenenti alla chiesa
nostra armena cattolica.
Descrivendo tutto ciò, Beatissimo Padre, con cuore sanguineo, dopo aver
protestato contro il governo turco barbaro e disumano, secondando il desiderio della
popolazione armeno-cattolica di Khotorgiur, di Erzerum, ecc., ecc. Prostrati al bacio
dei Santissimi Piedi, preghiamo soccorrerli colla protezione paterna, che i resti di
codesta povera gente armeno-cattolica di Khotorgiur e di Erzerum, ecc. possino
rimanere intatti, e dopo la pace ritornino alle braccia dei loro cari; e se hanno bisogno
di mezzi materiali, comandarmi di soccorrerli di qua insegnando il mondo.
Inoltre, per maggior tranquillità di coscienza, mi prendo la libertà di domandare
qualmente segue: siccome sono venuti e vengono dalla Turchia emigranti armeni
cattolici, alcuni poi coi loro preti appartenenti alle diocesi armeno-cattoliche di
Turchia e gli altri che si trovano nei propri paesi, i quali ora mai stanno sotto il nostro governo Russo, ed i nostri valorosi soldati giorno per giorno andando avanti
vittoriosamente, vengono altri emigranti, ovvero si trovano nei loro paesi, però sotto il
governo Russo, questi qui hanno domandato e domandano e potranno domandare in
caso di necessità della dispense, ecc. Però la Santa Sede non mi ha data la
giurisdizione che sopra i cattolici armeni di Russia; ora domando se posso «pro-
tempore» accordare le necessarie dispense, finché ritornino i loro propri vescovi, ossia
fino al ristabilimento della pace, finché il Vaticano voglia fare il necessario concordato
secondo la legge col nostro Governo Imperiale Russo?
Se trovo grazia innanzi alla Santità Vostra di una risposta sarò molto riconoscente
se volesse Vostra Santità comandarmi per mezzo della Segreteria di Stato o
telegraficamente ovvero con una lettera per mezzo del nostro Signor Ministro Russo
secondo la legge Imperiale, volume XI, art. 17.
Intanto prostrato al bacio dei Santissimi Piedi, con profondo ossequio e filiale
venerazione ho l’onore di confermarmi di Vostra Santità.
Tiflis,
il 8/21 Marzo, 1916
numero annuale N 289.
umilissimo devotissimo
ed obbligatissimo figlio
S. Der Abraamian
Amministratore Apostolico.
ed obbligatissimo figlio
S. Der Abraamian
Amministratore Apostolico.
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