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"E se un mattino" di Carlo Coppola



 (Bari, 10 novembre 1998) (con l’aggiunta dell’ultimo verso 01 febbraio 2003)


Metafora morta,
politica della vita,
nell’aria io vedo - all’ombra di un sentimento, -
che non sarebbe frattura morale.

Stella polare e figura non totale,

articolo che hai determinato la vita.

Due poli,

solo un contrasto costitutivo,
e il divenire del tempo,
che è pericolo interno,
questo è a te, Narciso.

A te io parlo!

con la sola voglia di contemplare antiche memorie.

Che nasca, che cresca l’idillio vitale,

nella notte imbarlumida,
come l’acqua nel fosso,
e sia alma telluris.

Lento, suono più duro e più tremulo,

il vento a fisicizzare il tempo,
in figure rotte nella visione
dell’essere verità
all’ombra del castello federiciano.

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