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Salviamo la Reggia di Carditello


Salviamo la Reggia di Carditello, che tra saccheggi degrado e rifiuti, versa in condizioni disperate, nella totale assenza di tutela da parte della sopraintendenza senza fondi. Inutili le numerose iniziative adottate dalle associazioni locali e la proposta di legge per l' acquisto della reggia da parte della Regione nel 2007 che non è stata mai approvata in giunta, il tribunale di Capua ha ufficialmente messo all' asta l' intero sito e si temono future speculazioni, il rischio che il Reggia di Carditello possa finire nelle mani di privati o della malavita organizzata è sempre più elevato. Pertanto chiediamo l'iscrizione dell'intero Sito nella Lista dei patrimoni dell'umanità dell'Unesco, insieme al Palazzo Reale del XVIII secolo di Caserta, con il Parco, l'Acquedotto Carolino e il complesso di San Leucio.

La Reale tenuta di Carditello, sita in San Tammaro, provincia d Caserta, detta anche Real sito di Carditello oppure, con riferimento alla palazzina ivi presente, Reggia di Carditello, faceva parte di un gruppo di 22 siti della dinastia reale dei Borbone di Napoli posti nella Terra di Lavoro: Palazzo Reale di Napoli, Reggia di Capodimonte, Tenuta degli Astroni, Villa d'Elboeuf, Reggia di Portici, Villa Favorita, Palazzo d'Avalos nell'isola di Procida, lago di Agnano, Licola, Capriati a Volturno, Cardito, Reale tenuta di Carditello, Reale tenuta diPersano, Fasano di Maddaloni, Selva di Caiazzo, Sant'Arcangelo, Reggia di Caserta, San Leucio, Casino del Fusaro, Casino di Quisisana, Mondragone e Demanio di Calvi. 
Questi siti non erano solo semplici luoghi per lo svago (soprattutto per la caccia) della famiglia reale borbonica e della sua corte, poiché, è importante sottolineare, che in alcuni casi costituivano vere e proprie aziende, espressione di imprenditoria ispirata dalle idee illuministiche in voga in quei tempi. Si citano per esempio gli allevamenti della Fagianeria di Caiazzo, la produzione della seta a San Leucio, la pesca al Fusaro, gli allevamenti della Tenuta di Persano e del Demanio di Calvi. 
 Nel 1920 gli immobili e l'arredamento passarono dal demanio all'Opera Nazionale Combattenti e i 2070 ettari della tenuta furono lottizzati e venduti. Rimasero esclusi il fabbricato centrale e i 15 ettari circostanti, disposti a ventaglio sui lati ovest, nord ed est del medesimo complesso, che nel secondo dopoguerra entrarono a far parte del patrimonio del Consorzio generale di bonifica del bacino inferiore del Volturno. 
Nel 1943 fu occupata dalle truppe tedesche di occupazione che vi stabilirono il proprio comando. I vandalismi dei soldati contribuirono a incrementare lo stato di degrado. 
Da molti anni la tenuta è in uno stato di abbandono, che l'ha reso sconosciuto ai più e relegata in una posizione inferiore rispetto ad altre località e siti di interesse artistico. Nonostante il grave stato di decadenza e la scomparsa dei boschi che ne facevano da cornice, sono ancora intuibili la ricchezza e bellezza artistica e architettonica della Reggia e la stupenda veduta d’insieme del sito, elementi che hanno fatto nascere l'antico appellativo di "Reale Delizia". Tuttavia è anche evidente l'urgenza d'arrestare la razzia di decori, sculture, arredi architettonici, ormai in atto da troppi anni. 
Con Ordinanza del 27 Gennaio 2011 Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Ufficio Esecuzioni Immobiliari dispone le vendita all'asta del complesso monumentale denominato Real Sito di Carditello al prezzo base di € 20.000.000,00.

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